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Milano, neonato abbandonato nella Culla per la vita della clinica Mangiagalli. La lettera della mamma: «Ciao mi chiamo Enea e sono sano»

09 Aprile 2023 - 22:52 Redazione
Lasciato la mattina di Pasqua nella struttura di accoglienza del Policlinico lombardo, il piccolo di pochi giorni è stato accudito dai medici della Neonatologia

Lasciato la mattina di Pasqua nella Culla per la vita del Policlinico di Milano, il piccolo Enea, pochi giorni di vita per un peso di circa 2,6 kg, ora risulta in buona salute. Accanto a lui una lettera lasciata a terra: «Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile», recita il testo scritto come se a parlare fosse il bebè ma firmato «mamma». Si tratta del terzo bambino che viene affidato alla Culla per la vita: attiva dal 2007, in un locale esterno alla Clinica Mangiagalli garantisce a chi prende la decisione di abbandonare il proprio bambino di farlo in anonimato e di assicurarsi una cura immediata del neonato. Alle 11:40 della domenica di Pasqua, 9 aprile, la Culla si è attivata per accogliere Enea, attualmente accudito dagli specialisti della Neonatologia alla clinica Mangiagalli del Policlinico. Dall’ospedale arrivano altri dettagli sulla lettera lasciata dalla mamma accanto al bimbo: «Parla di coccole, dice di volergli molto bene, ma di non potersi occupare di lui. Racconta anche che il bimbo è super sano e che tutti gli esami fatti in ospedale sono ok». A parlare del caso di Enea anche il direttore generale del Policlino di Milano, Ezio Belleri: «E’ una cosa che pochi sanno, ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino», spiega. «Inoltre esistono le Culle per la vita: la nostra si trova all’ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé. E’ una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori».

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