Estonia, il nuovo governo valuta la revoca del diritto di voto ai cittadini russi e bielorussi
Secondo quanto previsto dalla Costituzione estone, tutti i cittadini stranieri residenti stabilmente in Estonia possono votare alle elezioni, che si svolgono ogni quattro anni. Ma questa norma, dopo l’inizio della guerra russa contro l’Ucraina, è diventata oggetto di discussione politica e di dibattito nell’opinione pubblica. E ora che si sta formando il nuovo governo estone, dopo le elezioni dello scorso 5 marzo che hanno visto la vittoria della leader del Partito Riformatore Estone, Kaja Kallas, la coalizione Reform-Eesti 200-SDE sta riflettendo sulla possibilità di «sospendere i diritti dei cittadini della Federazione Russa e della Bielorussia di votare alle elezioni locali, senza modificare la Costituzione». Il ministro dell’Interno, Lauri Läänemets, ha sottolineato che «questo è possibile solamente apportando delle modifiche alla Costituzione», precisando che il programma della coalizione di governo «prevede che siano analizzati tutti i modi possibili affinché la misura di cui parliamo possa essere realizzata». Ed è parso frenare: «Una cosa è chiara: nella coalizione nessuno ha intenzione di modificare alla Costituzione». Un quadro giuridico complesso, che secondo Läänemets necessiterà tempo e accertamenti da parte dei costituzionalisti e degli esperti del ministero della Giustizia. Ma il tema è sul tavolo. Non si tratta, però, della prima azione del governo estone contro Russia e Bielorussia dopo l’inizio del conflitto in Ucraina. Lo scorso 22 febbraio, infatti, il parlamento estone ha approvato il divieto di porto d’armi per i cittadini della Federazione russa e della Bielorussia residenti nel Paese baltico. La legge è entrata in vigore lo scorso 15 marzo e riguarda circa 1.300 persone di origine russa o bielorussa e residenti in Estonia.
Foto in copertina: Twitter / @ElectsWorld
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