Il nuovo lavoro del rugbista che regalò una banana al compagno di squadra: che cosa fa oggi
Dalla banana regalata per «goliardia» alle lezioni con i migranti. È la parabola di Ivan Nemer, pilone della nazionale italiana di rugby e giocatore della Benetton Treviso. In questi giorni, il 23enne italo-argentino ha avviato un percorso di sensibilizzazione con l’associazione “Il razzismo è una brutta storia“. Si tratta di una delle iniziative disposte a seguito della squalifica comminitagli dal Tribunale federale della Federugby (Fir). Lo scorso dicembre, Nemer aveva regolato una banana al suo compagno di squadra Cherif Traoré – italiano di origine guineana – come regalo di natale. Un gesto che Nemer aveva inizialmente liquidato come una «goliardia», ma che ha fatto andare su tutte le furie il suo compagno di squadra. A gennaio, la Federazione italiana di rugby ha disposto lo stop fino alla fine della stagione per il giocatore della Benetton Treviso. «Sono fortemente rammaricato dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall’aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al Gioco che amo», ha riconosciuto in seguito Nemer.
Le lezioni di rugby ai migranti
Dopo il triste episodio della banana, la Fir ha deciso di contattare l’associazione Il razzismo è una brutta storia, così da avviare un «percorso di consapevolezza e formazione al giocatore». La ong lavora con alcune realtà locali e si occupa di raccogliere pensieri, fumetti e poesia da chi vive il razzismo tutti i giorni e si impegna per contrastarlo. Lo scorso 22 marzo, Nemer ha incontrato il sociologo Gustavo García, che lo accompagnerà come tutor nelle attività delle prossime settimane. L’associazione ha pensato bene di sfruttare l’ospite di eccezione per aprire un corso di rugby ai migranti, che vedrà come insegnante proprio il giocatore della nazionale italiana. «In tutta onestà, non mi ero mai trovato a prendere parte ad appuntamenti che trattassero temi simili e questo mi ha aiutato a rendermi conto di quanto possiamo ancora migliorare come collettività – ha commentato Nemer -. Sono curioso ed emozionato dal percorso che mi aspetta e dall’idea di poter trasferire la mia esperienza».