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Madonna di Trevignano, il marito di Gisella Cardia: «Un attacco del demonio contro di noi. Siamo stati aggrediti»

12 Aprile 2023 - 06:23 Redazione
madonna di trevignano gisella cardia
madonna di trevignano gisella cardia
Gianni denuncia l'incitamento all'odio nei confronti suoi e della moglie. Un altro esposto sui soldi della Onlus

«È in corso un attacco del demonio contro di noi». Parola di Gianni Cardia, marito di Gisella alias Maria Giuseppa Scarpulla. Meglio nota ormai come la veggente della Madonna di Trevignano Romano. Che piangerebbe lacrime di maiale secondo un esposto presentato dall’investigatore privato Andrea Cacciotti alla procura di Civitavecchia. E che ieri è stato arricchito da documentazione presentata alla Guardia di Finanza di Colleferro. In cui si chiede il sequestro dei conti correnti della Onlus della santona. Gisella intanto è sparita. Così come il profilo Facebook che ieri aveva fatto sapere che non c’è «nessuna malafede» e «nessun inganno» nella vicenda. Gianni però oggi con l’edizione romana di Repubblica si sfoga: «Abbiamo subito aggressioni fisiche da persone che credevano nella Madonnina», dice.

Odio e incitamento all’odio

Non solo. Sempre secondo Gianni Cardia «è stata creata una situazione di odio e di incitamento all’odio attraverso la diffusione di menzogne. Siamo stati aggrediti e io sto facendo denunce su denunce. Ce ne siamo andati per tutelarci. Non siamo scappati». L’apertura di un fascicolo di indagine segue quella del 2016. Quando erano iniziate le lacrimazioni della Madonna di Trevignano e gli esami avevano mostrato che le secrezioni erano di sangue umano. Gisella aveva detto di aver acquistato la statuetta a Medjugorie. Quattro anni dopo l’inchiesta è stata archiviata. Ora siamo da capo. Gisella Cardia e suo marito hanno fatto nascere la Onlus “La Madonna di Trevignano Romano”. Hanno acquistato il terreno sulla collina e lo hanno trasformato in meta di pellegrinaggio. Sono iniziati i presunti miracoli. Tra cui la moltiplicazione di gnocchi e pizza. E le donazioni. 19 mila euro nel 2020 e 25 mila nel 2021. Tra cui i 123 mila euro donati da Luigi Avella. Che adesso li rivuole indietro.

La neurologa Chifari e le stimmate di Gisella

Intanto il Corriere della Sera fa sapere che nel giorno di Pasquetta su Canale 5 la neurologa Rosanna Chifari ha certificato come autentiche le stimmate della veggente. Le ha accostate a quelle di Padre Pio e ha detto che profumano di fiori. «Il sangue è stato analizzato dai Ris in presenza del mio vescovo cui noi abbiamo lasciato anche il nostro Dna, mio e di mio marito. Non abbiamo ancora avuto gli esiti», ha detto invece Cardia in collegamento con Cinque minuti, il programma di Bruno Vespa su Rai1. La presunta veggente di Trevignano ha risposto a una domanda sulla tesi secondo cui il sangue sgorgato dagli occhi della statua della madonna sarebbe di maiale. «Questa è una cosa assurda. Questa cosa non e’ certificata. Sono passati anni, dal 2016 al 2023….non abbiamo ancora esiti» delle analisi. Cardia ha dichiarato di aver visto «piangere la statuina ad aprile 2016. L’abbiamo portata da Medjugorje. Ha pianto prima lacrime bianche e poi sangue».

L’abuso di credulità popolare

Rispondendo a una domanda su come mai la statuina pianga ogni mese e che per seguire questo evento si radunano a Trevignano centinaia di persone, Cardia ha detto: «Ma non piange da due anni. Non è vero che la madonna piange ogni mese. Noi diciamo un rosario, la Madonna lascia un messaggio. Non piange il terzo giorno di ogni mese, sono tutte falsità che sono state scritte. La madonna ha pianto due anni fa lacrime di sangue, e poi non è accaduto più». A proposito di quanto detto dall’uomo che avrebbe donato 123 mila euro all’associazione – e cioè che la donna avrebbe toccato due volte gli occhi della statua – Cardia ha detto: «Ho testimonianze di persone che possono dimostrare come io abbia chiesto di dare un segno agli scettici e lei ha lacrimato qualche volta lacrime bianche per dare un segno della sua presenza. Ma non tocco gli occhi». Secondo l’avvocato della donna, presente in studio, non siamo davanti a un caso «di abuso di credulità popolare, reato depenalizzato. Qui – ha spiegato il legale – si deve avere rispetto per la sensibilità e religiosità altrui. È legittimo credere come anche avere un atteggiamento scettico verso questo fenomeno, al pari di altri. L’importante è che non venga ferita la dignità di una persona, in questo caso di Gisella Cardia, e che non si dicano menzogne».

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