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Usa, la Florida vieta l’aborto dopo 6 settimane di gravidanza. Previste eccezioni per stupro e incesto: «Ma le donne dovranno fornire le prove»

13 Aprile 2023 - 23:56 Massimo Ferraro
Manca solo la firma del governatore DeSantis. La Casa Bianca: «I repubblicani smantellano le nostre libertà fondamentali»

Un anno fa in Florida era possibile ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza entro le 24 settimane. Poi il governatore Ron DeSantis, possibile sfidante di Trump all prossime primarie repubblicane per la presidenziali del 2024, ha introdotto dei limiti dopo le 15 settimane. La norma è ancora in attesa di una valutazione dalla Corte Suprema statale, ma giovedì 13 aprile il parlamento della Florida ha approvato una ulteriore restrizione. Le donne non avranno accesso all’aborto dopo le 6 settimane di gravidanza. Il nuovo divieto prevede eccezioni fino alla 15esima settimana nei casi di stupro, incesto o tratta di esseri umani, a condizione che la donna fornisca opportuna documentazione come un ordine restrittivo, una cartella clinica o un rapporto della polizia. La nuova legge vieterebbe anche ai medici di prescrivere aborti farmacologici attraverso la telemedicina, di distribuire le pillole per posta, e l’utilizzo dei fondi statali per consentire alle donne di viaggiare fuori dalla Florida per abortire, tranne quando si tratta di un’emergenza medica. Ora manca solo la firma di DeSantis, ma è solo una formalità. Come ricostruisce il New York Times, dopo la decisione della Corte Suprema di ribaltare la sentenza che garantiva il diritto all’aborto federale la Florida è lo Stato dove più è aumentato il ricorso all’Ivg. E questo perché molti Stati del sud hanno introdotto misure molto restrittive, costringendo le pazienti a raggiungere le cliniche del Sunshine State. «I dirigenti repubblicani eletti continuano il loro lavoro per smantellare le nostre libertà fondamentali», ha commentato la Casa Bianca, «il presidente Joe Biden e la sua amministrazione stanno dalla parte delle donne e dei medici e continueranno a lottare per proteggere l’accesso all’aborto e difendere i diritti riproduttivi». Pochi giorni fa, il Dipartimento di giustizia aveva impugnato la sentenza del giudice del Texas che proibiva la commercializzazione della pillola abortiva Mifepristone.

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