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«Garanzia per l’inclusione» anziché Mia, che cosa prevede il sussidio che sostituirà il Reddito di cittadinanza: agli occupabili fino a 350 euro al mese

14 Aprile 2023 - 14:34 Redazione
mia al posto reddito di cittadinanza cosa succede chi perde soldi
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Potrebbe cambiare ancora il nome del Reddito di cittadinanza, dopo l'annuncio della "Misura di Inclusione Attiva". Cosa prevede il piano del governo anticipato dal Messaggero

Il governo Meloni è al lavoro per definire gli ultimi dettagli di quello che potrebbe chiamarsi «Garanzia per l’inclusione», e non più Mia, il sostegno contro la povertà pensato per sostituire il Reddito di cittadinanza. Secondo Il Messaggero, che oggi ha anticipato alcuni passaggi della misura, l’esecutivo avrebbe definito le cifre destinate a occupabili e non occupabili. Per le famiglie in difficoltà economica – senza minori, disabili o over 60 a carico – il nuovo sussidio avrà una durata di 12 mesi e consisterà in un importo massimo mensile di 350 euro. I nuclei familiari che hanno al loro interno un disabile, un minore o un ultrasessantenne, potranno ricevere invece fino a 500 euro, a cui si aggiunge un contributo aggiuntivo di altri 280 euro per l’affitto. Salvo ripensamenti, la misura dovrebbe partire dal primo gennaio 2024 e potrà essere richiesta da tutte le persone tra i 18 e 59 anni che vivono in condizioni di povertà assoluta. Per le famiglie con più di un richiedente, il secondo contributo sarà di massimo 175 euro.

I requisiti

Per poter accedere al nuovo assegno occorrerà avere un Isee inferiore a 7.200 euro e un reddito familiare non superiore a 6mila euro, adeguato in base a una scala di equivalenza che tiene conto del numero di componenti del nucleo familiare. Inoltre, non si potrà possedere un patrimonio immobiliare sopra i 150mila euro (esclusa la prima casa), conti in banca maggiori di 10mila euro, un’auto di cilindrata superiore a 1.600 cavalli o una moto di oltre 250 cavalli.

I requisiti e le cifre

Stando alle cifre riportate dal Messaggero, la cifra cambierà anche in base al numero di minori, disabili o anziani a carico. La cifra dell’assegno andrà infatti moltiplicata per 0,4 per ogni componente disabile o ultrasessantenne, per 0,15 per i figli sotto i tre anni di età, per 0,1 per i figli da 3 a 18 anni. Per i non occupabili è previsto poi un bonus per l’affitto di 3.360 euro annui. Il contributo aggiuntivo avrà una durata di 18 mesi. Dopodiché, ci sarà un mese di sospensione prima che il cittadino possa fare nuovamente richiesta del sussidio. In base alle indiscrezioni del quotidiano romano, tutti questi contributi saranno erogati dall’Inps tramite uno strumento elettronico chiamato «carta per l’inclusione», con cui sarà possibile anche prelevare contanti fino a 100 euro al mese. Chi verrà sorpreso a infrangere le regole per accaparrarsi il nuovo strumento anti-povertà rischierà la reclusione da 2 a 6 anni.

Gli sgravi per le imprese

Un’altra novità rilevante riguarda gli sgravi fiscali per le imprese che assumono un percettore della «Garanzia per l’inclusione». Per i primi due anni, i datori di lavoro potranno chiedere infatti l’esonero del 100% dei contributi complessivi previsti, con l’esclusione dei premi e dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Gli sgravi per le aziende varranno sia per i contratti a tempo indeterminato (sia full time che part time) che per quelli di apprendistato. Dal ministero del Lavoro fanno sapere che il testo non è ancora chiuso e che soprattutto sulla scala di equivalenza c’è una riflessione tuttora in corso.

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