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Milano, blitz di Extinction Rebellion alla sede Rai: «Basta greenwashing, fuori il fossile dalla tv pubblica»

Un gruppo di attivisti climatici ha affisso alcuni manifesti all'ingresso dell'edificio: «È ora che la Rai faccia la sua parte»

«Basta Eni, basta greenwashing. Fuori il fossile dalla tv pubblica». Extinction Rebellion lancia l’ennesimo messaggio di protesta ai dirigenti della Rai. Ieri sera un gruppo di attivisti ha fatto visita alla sede milanese dell’azienda, attaccando manifesti sulle vetrate e lasciando alcune scritte davanti all’ingresso. Il messaggio è chiaro: spingere la Rai a prendere posizione sulle politiche climatiche limitando la presenza di alcuni sponsor definiti «ingombranti». Il riferimento è soprattutto a Eni, che secondo le stime di Greenpeace è la prima azienda italiana per emissioni inquinanti. «Anche se non esiste una lista pubblica delle aziende che pagano la RAI per farsi pubblicità, abbiamo notato tutti la presenza ingombrante di Eni durante l’ultimo festival di Sanremo e i suoi spot pubblicitari sulle reti della tv di stato», scrivono gli attivisti sui propri canali social. Le richieste che Extinction Rebellion ha avanzato ai dirigenti Rai sono due: da un lato, «rinunciare alle sponsorizzazioni di qualunque azienda che con le sue attività contribuisca all’emergenza ecoclimatica»; dall’altro, «rendere pubblica la sua lista di inserzionisti».

«DiRai la verità?»

La pressione di Extinction Rebellion sulle reti della tv pubblica va avanti ormai da qualche tempo. Già lo scorso novembre la branchia milanese del gruppo aveva lanciato la campagna «DiRai la verità?». A febbraio, poi, un gruppo di attivisti ha provato a occupare la sede Rai di Torino. Uno di loro, però, è stato buttato a terra e minacciato con una pistola da una guardia giurata. Nella protesta organizzata ieri sera a Milano gli attivisti sono tornati ad attaccare la tv pubblica con alcuni manifesti che storpiano il nome di alcuni popolari programmi televisivi. «Anche oggi l’importo dei finanziamenti Rai al fossile è Tale e quale a ieri», si legge in una delle locandine. O ancora: «Come fai a non sentire The Voice di tutti i popoli devastati dalla lista climatica?». A chiarire il messaggio della protesta sono gli stessi attivisti: «C’è un chiaro conflitto di interessi, perché la Rai ha il dovere di far capire ai cittadini italiani le origini di questa emergenza – scrive Extinction Rebellion su Instagram -. La presenza di finanziamenti da parte delle aziende fossili potrebbe (e forse lo sta già facendo) togliere ai media la libertà di portare avanti questa “missione”. Ci sembra ancora più sconveniente che sia permesso a Eni di mentire in modo così spudorato, e che possa farlo attraverso la tv pubblica».

Credits foto: Facebook/Extinction Rebellion Milano

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