Bonaccini contro Meloni: «Diceva “Basta sbarchi”, ora deve chiedere una mano all’Europa»
L’ex candidato alla segreteria e presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini all’attacco di Meloni e del governo. Bonaccini come gli altri governatori Dem fa sapere che non collaborerà con il commissario per l’emergenza migranti. «È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Se il governo pensa di abbandonare la via ordinaria dell’accoglienza, quella diffusa per intenderci, per realizzare grandi strutture, allora venga a confrontarsi. Peraltro, se avessimo gestito così l’accoglienza dei profughi ucraini la situazione sarebbe esplosa. Lo stesso governo non sta facendo nulla per far funzionare l’accoglienza, né per distribuire in modo equo e condiviso gli arrivi. Ho posto da mesi la questione, si è preferito non rispondere e ignorare il problema», dice in un’intervista a La Stampa. Nel colloquio con Fabio Martini Bonaccini aggiunge che «cancellare la protezione aggiuntiva come effetto pratico non produrrà né una diminuzione degli sbarchi, né un aumento dei rimpatri. E neppure una gestione efficace dell’accoglienza. Che sono invece le tre priorità che il governo deve affrontare. La sensazione è che non ci sia una bussola». Mentre «dopo aver urlato per anni “basta sbarchi” e “prima gli italiani”, la destra al governo si ritrova con molti più sbarchi ed è costretta a chiedere una mano all’Europa, contro cui ha spesso lavorato. È da questa difficoltà che nascono scorciatoie maldestre come cancellare la protezione speciale».
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