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Il premier britannico Sunak indagato per conflitto di interessi: le accuse sulle quote di sua moglie rimaste nascoste

La moglie del premier possiede azioni di una struttura di assistenza per bambini che potrebbe godere di grandi benefici da un nuovo piano lanciato dal governo guidato da suo marito

Il premier britannico Rishi Sunak è indagato per un presunto conflitto di interessi da parte dell’organo di controllo degli standard del Parlamento. L’inchiesta è stata aperta lo scorso 13 aprile dal Commissario Daniel Greenberg, riporta il Guardian, sulla base di una possibile violazione del paragrafo 6 del codice di condotta dei parlamentare secondo cui i deputati «devono essere sempre sinceri e chiari nel dichiarare qualsiasi interesse rilevante in qualsiasi procedimento della Camera o delle sue commissioni, e in qualsiasi comunicazione con ministri, deputati, funzionari pubblici o titolari di cariche pubbliche». Stando a una fonte di Downing street, l’inchiesta punta a far luce sulle quote di una struttura di assistenza per bambini della moglie del premier britannico, Akashata Murthy. Si tratta della Koru Kids, che è tra i sei fornitori privati di assistenza all’infanzia che possono trarre vantaggi da un programma pilota proposto proprio dal governo nel budget dello scorso mese. Quando è stato presentato il piano lo scorso 28 marzo, Sunak non ha mai fatto riferimento agli interessi che ha sua moglie sull’organizzazione quando è stato sentito dall’organo di controllo degli standard del parlamento. Il premier aveva anzi negato di avere altro da aggiungere, dopo che era stato incalzato dalla deputata laburista Catherine McKinnell. Dopo quell’audizione, era emerso che i vertici della Koru Kids avevano anche partecipato a un ricevimento a Downing street, svoltosi subito dopo l’audizione di Sunak in commissione. Non ci sarebbe traccia delle quote della moglie di Sunak neanche nel registro degli interessi che ogni parlamentare è tenuto a compilare e tenere aggiornato in caso di novità. Ma secondo Downing street, Sunak non era tenuto a farlo, perché quelle quote erano citate in un altro registro relativo agli interessi dei ministri. Quel registro però non è stato ancora pubblicato, essendo in fase di aggiornamento da parte del nuovo consigliere per gli interessi ministeriali, Laurie Magnus.

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