Il capo di Wagner prova a smentire i suoi miliziani: «Uccidere bambini? Non c’è bisogno: siamo lì per liberare gli ucraini»
Il fondatore e capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, prova a smentire le dichiarazioni di due miliziani che alla ong Gulag.net hanno ammesso di aver ucciso anche dei bambini durante gli assedi in Ucraina. Omicidi commessi proprio su ordine di Prigozhin, che su Telegram si precipita a negare: «Riguardo alle fucilazioni di bambini, naturalmente nessuno spara mai a civili o bambini, nessuno ne ha bisogno – dice il capo di Wagner – Siamo andati lì per salvarli dal regime in cui si trovavano». Prigozhin ha dubbi sulla veridicità della denuncia dei due miliziani, che hanno parlato alla ong russa in videochiamata. Per il momento, spiega «non ho la possibilità tecnica di vedere il video nella sua interezza», ma promette di farlo verificare: «Esamineremo sicuramente in dettaglio e daremo una valutazione completa». La denuncia ha infiammato la presidenza ucraina, che ha promesso di reagire duramente contro chi è stato coinvolto da quei crimini: «Una confessione non è sufficiente – ha detto il capo dell’ufficio presidenziale ucrainbo Andrey Yermak – Ci deve essere una punizione. Crudele e giusta. E lo sarà sicuramente. Scopriremo tutti i fatti e troveremo tutti coloro che li hanno commessi. I russi hanno rapito migliaia di bambini ucraini. Quanti esattamente ancora non lo sappiamo. Stiamo facendo di tutto per riprenderci i nostri figli. Il mondo dovrebbe vedere il volto della Russia, non aver paura, ma colpirli duramente». Secondo Yemark, quel che hanno ammesso i miliziani di Wagner è solo l’ultimo orrore tra i diversi crimini commessi dall’esercito russo in Ucraina, rilanciando l’accusa contro i russi che «rubano i nostri bambini e uccidono».
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