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Il Fuorisalone divide gli studenti. Non lo vogliono alla Statale: «Ne risente la didattica». Ringraziano al Politecnico: «È un’opportunità» – Le interviste

Dal 17 al 23 aprile il capoluogo lombardo diventa un «laboratorio del futuro», come suggerisce il tema dell'edizione 2023. Ma non tutti sono d'accordo con la manifestazione

A Milano torna la Design Week. Nella settimana più importante dell’anno, il capoluogo lombardo si trasforma unendo le due anime di una città, a volte inabbordabile, ma pur sempre in continua evoluzione: quella del Salone del Mobile a Rho Fiera per “gli addetti ai lavori” e quella del Fuorisalone che muta i quartieri e li contamina tra installazioni, showroom, ma anche talk e palazzi storici (ma non solo) aperti per la prima volta al pubblico. «Un laboratorio del futuro», come suggerisce il tema di quest’anno che riassume l’urgenza di tradurre le idee e pure le sfide in opportunità future, appunto. Protagonista anche in questa edizione è la sede della Statale, in via Festa del Perdono. Open ha chiesto agli studenti cosa pensassero della manifestazione: per qualcuno compromette le lezioni, impedendo le lauree in presenza, altri contestano il ruolo di sponsor privati o multinazionali all’interno di un’istituzione pubblica. «Penso che il Fuorisalone in un’università dove tra l’altro mancano gli spazi sia una presa in giro», racconta Matilda, studentessa del terzo anno. «Questa settimana io devo discutere la mia tesi on line. Questa università – continua – ha una carenza di spazio, ma a quanto pare il Fuorisalone no!». Per Simone, invece, «questa è un’iniziativa che per l’università serve a ben poco. Toglie concentrazione e favorisce il finanziamento da parte dei privati come Amazon», dice. I giovani architetti e designer del Politecnico apprezzano invece le iniziative, che in alcuni casi li hanno coinvolti, e il programma degli eventi. «È una grande opportunità per noi studenti», sottolinea Edoardo. «Ma non solo per noi, anche per tutta la popolazione di Milano». Ma è anche: «un arricchimento, quindi ben vengano eventi di questo tipo», conclude Marco, studente di architettura al PoliMi. 

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