Caso Uss, l’Anm contro Nordio dopo l’azione disciplinare: «Grave intromissione, pronti a ogni azione»
Tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e i magistrati lo scontro è ormai alla luce del sole. Tutto ruota intorno all’evasione dai domiciliari di Artem Uss, l’imprenditore russo ricercato dagli Stati Uniti e arrestato a Malpensa, fuggito poi in Russia a un passo dall’estradizione. Nordio ha avviato un’azione disciplinare contro i pm di Milano, accusandoli di «grave negligenza» per non aver provveduto a trasferire in carcere Uss come richiesto dal ministero. I magistrati hanno sempre sostenuto di non aver ricevuto la comunicazione da via Arenula, ma oggi Nordio ha messo nero su bianco che la richiesta è stata inoltrata il 22 ottobre scorso dall’allora ministra Marta Cartabia. Ma i magistrati hanno replicato duramente, con una nota dell’Anm, accusando il ministro di una «grave invasione di campo nella sfera di competenza della giurisdizione, con inaccettabile intromissione sul sindacato interpretativo delle norme e sulla valutazione degli elementi di fatto sottesi alla decisione, che non possono essere oggetto di azione disciplinare, se non a costo di minare in radice l’autonomia e l’indipendenza dei giudici». L’Associazione nazionale magistrati assicura di riservarsi «ogni opportuna azione a presidio di principi e valori costituenti». La giunta ha espresso anche «forte e viva preoccupazione» per l’azione del ministero, che «attribuirebbe ai giudici della Corte d’appello di Milano una condotta di grave ed inescusabile negligenza, per non aver opportunamente ponderato alcuni elementi, che avrebbero potuto condurre ad una decisione diversa. Si tratta, in tutta evidenza, di profili semmai deducibili con gli ordinari strumenti di impugnazione, interni alla giurisdizione, e di una grave invasione di campo nella sfera di competenza della giurisdizione».
Il Presidente del Tribunale di Milano: «Deriva pericolosa»
A rispondere all’azione intrapresa da Nordio c’è anche il tribunale di Milano, che per voce del suo Presidente Fabio Roia denuncia la «pericolosa deriva» che «scardina il principio della separazione dei poteri». E sempre all’assemblea straordinaria indetta dalla giunta milanese dell’Anm, ha parlato anche l’ex presidente Luca Poniz: «Noi tutti siamo i giudici di quel collegio, che hanno adottato quella decisione, sarei orgogliosissimo di finire sotto processo disciplinare per aver deciso come quei colleghi hanno deciso. Quello che è successo oggi è una eco di ciò che è avvenuto già in Polonia, in Ungheria e che sta avvenendo in Israele, servono reazioni come questa assemblea e anche più ferme».
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