La trappola-tubo, le mele, la sedazione: come è stata catturata l’orsa Jj4 e quando il Tar deciderà sul suo destino
L’orsa Jj4 è stata catturata grazie alle mele. Alle 23 dell’altra notte è entrata nella trappola a tubo riempita di frutta insieme a due cuccioli. Il meccanismo è scattato. Un altro dei suoi cuccioli è rimasto fuori ad aspettare. L’allarme ha suonato. I veterinari insieme alla squadra specializzata nelle catture hanno sedato il plantigrado e liberato i due piccoli. Poi Jj4 è stata trasportata all’Oasi faunistica del Casteller a bordo di un furgone. In attesa del suo destino. Che sarà deciso dal Tar. Il tribunale amministrativo regionale ha sospeso l’ordinanza per l’abbattimento del presidente della provincia Fugatti. I giudici prenderanno una decisione nel merito l’11 maggio. Ma potrebbe arrivare prima. La protezione civile è pronta ad abbatterla con l’eutanasia. L’orsa è responsabile della morte del runner Andrea Papi. E il suo destino adesso divide gli esperti.
Come sta Jj4
L’orsa Jj4 aveva smaltito gli effetti del narcotico già alle 2 di notte di ieri. Il plantigrado pesa 150 chili ed è in buone condizioni di salute. I tre cuccioli invece pesano tra i 35 e i 40 chilogrammi. I piccoli sono stati lasciati liberi perché sono ormai quasi arrivati all’età dell’indipendenza. Avrebbero lasciato la madre entro l’estate. Le operazioni per la cattura sono arrivate la scorsa settimana. Ovvero dopo l’esito delle analisi genetiche sul corpo del runner e sulla zona dell’aggressione. Jj4 era stata “graziata” tre anni fa: il Tar aveva fermato l’abbattimento dopo un’aggressione a padre e figlio nella stessa zona. La madre di Andrea Papi ha invece chiesto di non uccidere l’orsa. L’orsa era stata dotata di collare radiotrasmittente e di marca identificativa sull’orecchio. Le ultime posizioni però non erano note, dato che il sistema di monitoraggio aveva smesso di funzionare nell’agosto dell’anno scorso.
La trappola a tubo
La zona delle operazioni è stata determinata sulla base delle rilevazioni Gps effettuate in precedenza. Due trappole a tubo dotate di esche a base di frutta fresca sono state collocate nelle vicinanze del torrente Meledrio, assieme a diverse fototrappole. «È stato un lavoro selettivo e di pazienza. Non dimentichiamo che nell’area delle operazioni si stima vivano circa 20 esemplari. A complicare la situazione vi era la presenza dei tre cuccioli di Jj4. Il rischio per gli operatori è stato molto alto», ha spiegato il dirigente del Dipartimento provinciale di protezione civile, foreste e fauna, Raffaele De Col. Quando i forestali sono arrivati sul posto, accompagnati da due veterinari, hanno sedato Jj4 e aperto la trappola, in modo da consentire la fuga ai due cuccioli catturati.
La battaglia legale
«Si tratta di esemplari al secondo anno di vita, pienamente autonomi, che si sono allontanati immediatamente. Il momento era ideale per la cattura, dato lo svezzamento ormai a termine», ha chiarito De Col. Che ha preferito non dare indicazioni precise sul luogo di cattura per evitare il «turismo alla ricerca dei cuccioli». Lo Zoosafari di Fasano si è offerto di prendere in carico l’animale in luogo di abbatterlo. Intanto, in attesa della relazione e del parere di Ispra sull’abbattimento e sull’eventuale trasferimento dell’esemplare, il tribunale amministrativo ha rigettato l’istanza della Provincia di anticipare al 20 aprile l’udienza per la decisione. E ha invece confermato la camera di consiglio fissata per il prossimo 11 maggio. Qualora il Tar dovesse emettere un parere positivo all’abbattimento, la soppressione verrà effettuata tramite eutanasia.
La famiglia di Jj4
L’orsa Jj4 si chiama così perché è la quarta figlia di due capostipiti di “Life ursus”, Joze e Jurka. Il primogenito della cucciolata di Jj4 si chiamava Jj1, meglio conosciuto come Bruno. Venne ucciso in Baviera nel 2006 perché si era rivelato troppo confidente e si era reso responsabile di aggressioni ed uccisioni di altri animali in Austria e in Germania. Jj1 venne poi impagliato ed esposto in un museo di Monaco. La sorella Jj3 venne abbattuta nel 2008 nel cantone svizzero Grigioni centrale. Dal 2006 si sono invece perse le tracce di Jj2. Secondo voci non confermate, è stato abbattuto illegalmente in val Venosta. I dieci orsi capostipiti del progetto “Life ursus” sono arrivati in Trentino dalla Slovenia tra il 1999 e il 2002. Avevano già tutti nomi slavi. Si parla di tre esemplari maschi – Mazu, Joze e Gasper – e di sette esemplari femmina, Kirka, Irma, Jurka, Vida, Brenta, Maya e Daniza. Quest’ultima è morta nel 2014 per l’anestesia che le è stata somministrata al momento della cattura.
Gli altri orsi a rischio abbattimento
Nei giorni scorsi, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha annunciato la volontà di abbattere anche Mj5, responsabile dell’aggressione ad un escursionista trentino, Alessandro Cicolini, il 5 marzo scorso in Val di Rabbi. Anche Mj5 è figlio di due capostipiti di “Life ursus”, Maya e Joze. M62 non è invece discendente diretto dei capostipiti del progetto che ha riportato gli orsi in Trentino. Il suo nome ha quindi origine dal sesso del plantigrado (la lettera “m” sta per maschio) e dal numero progressivo di identificazione. M62 è stato il sessantaduesimo orso ad essere identificato. Come lui anche M49, meglio conosciuto come “Papillon”, che in questo momento, oltre a Jj4, è l’unico orso rinchiuso nel centro faunistico di Casteller, a Trento. L’esemplare è conosciuto per aver tentato per ben due volte la fuga tra il 2019 e il 2020.
La rabbia degli animalisti
Intanto è partito l’hashtag #boicottailtrentino. Al Casteller la vigilanza sia esterna che interna è stata rafforzata dalle forze dell’ordine e dalla forestale. Il motivo è proprio legato alle annunciate manifestazioni di protesta da parte delle associazioni. Gli animalisti della campagna “StopCasteller” annunciano l’organizzazione di una giornata di protesta protesta davanti al Centro faunistico di Casteller, a Trento, per domenica 23 aprile. Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dice in un’intervista a La Stampa che è giusto rimuovere l’orsa. «Sia chiaro: sono contro l’abbattimento di Jj4. Un orso, su una popolazione di 100 esemplari, non cambia la situazione».
Il direttore del parco nazionale d’Abruzzo
Poi, aggiunge, «se deve passare la sua vita al Casteller, che è una specie di lager per gli orsi, allora tanto vale l’eutanasia», spiega a Caterina Stamin. E ancora: «Gli orsi quando sentono l’uomo scappano, non siamo le loro prede. Sono favorevole alla rimozione dal territorio ma non all’abbattimento. Quando è stato lanciato il progetto “Life Ursus” sono state dettagliate delle linee guida: se l’orso aggredisce una persona va tolto da quel territorio». Anche lui spiega che per i piccoli non dovrebbero sorgere problemi: «Se fossero cuccioli nati quest’anno, di tre o quattro mesi di età, è chiaro che l’orsa non andrebbe rimossa perché i piccoli non avrebbero un futuro. Ma con cuccioli di due anni, come questi di Jj4, è un altro tipo di operazione: tra qualche mese avrebbero comunque lasciato la madre». Mentre per non correre rischi bisogna «riempire le montagne di cartelli, regalare campanelli alle persone, tenere i cani al guinzaglio. Il rischio zero non esiste ma si può abbassare». Si è mai trovato difronte un orso? «Sì, ho alzato la voce e le mani, e se ne è andato. Tutti dicono di non perdere la calma, ma capisco che non sia facile». Non si è messo a correre? «No e non bisogna farlo mai. È un’operazione sbagliata».
Il destino dei cuccioli di Jj4
Sui giovani orsi si esprime sul Corriere della Sera, anche Maurizio Casiraghi, professore di Zoologia all’Università di Milano Bicocca: «Secondo le informazioni fornite, i piccoli sono di circa 2 anni di età e di 35-40 chili di peso. Ci sono precedenti in cui cuccioli simili a questi sono sopravvissuti. Di solito i piccoli stanno con la madre fino a 4 anni. Però succede che in natura perdano la madre anche prima di allontanarsi da lei. Se hanno effettivamente 2 anni ce la possono fare, anche se per loro non è la situazione ideale. Sicuramente Jj4 era spaventata proprio per la presenza dei piccoli». Lo zoologo esperto di orsi Filippo Zibordi è ancora più preciso in un’intervista a la Repubblica: «Ricostruendo la loro età rispetto agli avvistamenti, i figli di JJ4 dovrebbero essere nati a gennaio o febbraio 2022. Direi che adesso erano in procinto di abbandonare la madre e diventare solitari. Di sicuro hanno ottime chance di sopravvivenza».
In copertina: foto da Il Resto del Carlino
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