Mattarella in Polonia, il discorso sull’Unione europea: «Instabile se somma di interessi nazionali mutevoli» – Il video
La visita di Sergio Mattarella in Polonia, dopo essere stato a Varsavia e ad Auschwitz, continua a Cracovia. La mattina del 19 aprile, il presidente della Repubblica italiana tiene una lunga prolusione all’Università Jagellonica di Cracovia, «la stessa dove da giovane studiò Karol Wojtyla», ricorda Mattarella. Cita Papa Giovanni Paolo II, Niccolò Copernico e Wislawa Szymborska come personalità «evocative dei profondi legami» tra Italia e Polonia. Per poi addentrarsi nel tema principale del suo discorso, la pace e la stabilità dell’Unione europea. «Alle nostre spalle stanno secoli di tragedie in cui i popoli europei si sono contrapposti. La vostra terra ne è stata testimone e vittima, nella ricerca dell’indipendenza, nella conquista della libertà. Conserva ed esprime storia. E proprio la lezione della storia ha dato, nel secondo dopoguerra e non senza contrasti, un impulso irresistibile al progetto di integrazione europea, così come lo conosciamo oggi. Sino al suo completamento, dopo la fine dell’Urss, con il ricongiungimento di Europa occidentale ed Europa centro-orientale». Il capo dello Stato parla di «prove generali», in accezione negativa, che hanno purtroppo preceduto l’integrazione europea, ovvero «aggressione da parte della Germania nazista e dell’Unione Sovietica stalinista, frutto di ideologie di esasperazione nazionalistica e di potenza».
«La memoria di quelle barbarie rimane indefettibile nelle nostre menti e nei nostri cuori». Mattarella ricorre alla storia cecoslovacca, polacca e dell’Europa orientale per smuovere l’uditorio riguardo all’invasione di cui è vittima l’Ucraina. «Nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia contro l’Ucraina, un Paese sovrano, libero, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia, prendendo di mira senza scrupoli le infrastrutture civili ucraine per lasciare la popolazione al gelo e al buio. Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura». Nel ricordo di ciò che ha vissuto l’Europa il secolo scorso, rievocando «le incertezze sul “morire per Danzica”», il presidente della Repubblica esorta: «Con lucidità va compreso che proporsi di salvaguardare la pace fra le Nazioni, affrontare i rischi globali che interpellano tutto il mondo, missione da cui, colpevolmente, ci allontana, oggi, la furia bellicista russa, significa anzitutto respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza atlantica e dell’Unione europea. Sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili per potersi difendere insieme con determinazione e per garantire e sviluppare il modello democratico e sociale europeo».
La coesione dell’Europa
Insindacabile, per Mattarella, la coesione di Nato e Unione europea, la quale però non deve inseguire l’agenda decisa da altri. L’Unione europea non può essere solo una «somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali, quindi, per definizione, perennemente instabile». Anzi, il capo dello Stato italiano invita a considerare l’Unione come «in modello di successo perseguito come traguardo ideale in altri continenti. Essere parte di questo progetto significa condividerne, con spirito di solidarietà e responsabilità, i valori fondanti e impegnarsi quotidianamente a difendere i diritti sanciti dalla Carta dei valori dell’Unione europea». Resta da rafforzare e non indebolire le alleanze tra gli Stai membri: Mattarella ritiene necessario superare «le contraddizioni di voler puntare, da un lato, a una solida cornice di difesa europea senza saper superare, dall’altro, le timidezze di chi esita ad avanzare sulla strada dell’integrazione. L’una non può esistere senza l’altra». Ritornando sulla questione russo-ucraina, il presidente sostiene che in questo momento, nel continente, siano in atto due guerre, «su piani diversi, ma strettamente connessi». Ovvero una guerra he vede l’Ucraina aggredita dalla Russia nella sua integrità territoriale, e una guerra di valori, «in cui sono in gioco tutti gli elementi che caratterizzano l’odierna esperienza occidentale, a partire dalla libertà. I due terreni si incrociano spesso. È avvenuto con la Seconda guerra mondiale. Si potrebbe dire che, in Europa, la storia è sempre contemporanea».
L’Ucraina
Con termini altisonanti, Mattarella assicura che ucraini e moldavi non saranno lasciati soli: «È con la consapevolezza del potere evocativo e trasformativo della prospettiva europea che è stata assunta la storica decisione di concedere lo status di candidati a Kyiv e Chisinau». Sollecita un’accelerazione nel processo di adesione dei Paesi balcanici e avverte su quanto sta accadendo lungo il confine meridionale del continente. «L’Unione europea ha svolto una preziosa funzione sull’altro fronte che caratterizza i confini del continente, quello mediterraneo ed africano. L’attenzione, richiamata anni fa dinanzi all’emergere di fenomeni di terrorismo islamista, lascia oggi luogo a una negligente e pericolosa distrazione. Quello del confine mediterraneo è tema che non riguarda solo i Paesi europei che vi si affacciano. L’obiettivo di un partenariato più solido e fecondo tra Unione europea e Unione africana è una scelta lungimirante, in grado di anticipare tensioni e di contribuire alla causa della pace». Mattarella conclude appellandosi agli studenti dell’Università Jagellonica e ai giovani in genarle: «Sappiate trovare straordinarie risorse su cui fondare un’azione comune. Auguro a voi tutti di mantenere intatto il coraggio e lo spirito indomito e generoso che avete dimostrato in questo anno difficile, e di varcare con fermezza tutte le porte che troverete sul vostro cammino verso un futuro di pace».
Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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