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L’ambasciatore russo Razov lascia l’Italia: «Relazioni difficili, ma italiani amichevoli»

19 Aprile 2023 - 11:20 Redazione
Per il diplomatico, che dopo 10 anni lascia il Paese, «i rapporti interstatali saranno preservati»

«L’ultimo anno e mezzo si è davvero rivelato molto difficile nelle relazioni tra i nostri Paesi». A parlare è l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, durante l’intervista di fine mandato alle agenzie di stampa russe accreditate in Italia. Dall’invasione russa in Ucraina, il diplomatico aveva trovato molti motivi di scontro con il Paese. «Tuttavia – spiega ora ai giornalisti – ci sono stati tempi peggiori: ricordate la partecipazione dell’Italia fascista all’aggressione contro l’Urss», dice Razov auspicando inoltre «tempi migliori» per il futuro, «più adeguati agli interessi fondamentali dei popoli dei nostri Paesi, alle esigenze della cooperazione economica, dell’interazione culturale». Al suo posto arriva Aleksej Paramonov, già console a Milano e direttore per l’Europa del ministero Esteri.

«Un Paese che ha fornito armi all’Ucraina, ma che tratta i russi con simpatia immutabile»

L’ambasciatore russo, per quasi dieci anni a Roma, sostiene inoltre che «anche nel quadro di una mutevole situazione politica, qui abbiamo sempre sentito un atteggiamento bendisposto, amichevole degli italiani nei confronti dei nostri cittadini, che hanno contraccambiato questa simpatia», ha detto durante il punto stampa con le agenzie. Per il diplomatico – che sottolinea come le relazioni tra i Paesi «diplomatiche, economiche, consolari e di altro tipo» siano «preservate» – l’Italia resterà per lui un «quadro mosaico»: «le bellezze naturali, il più ricco patrimonio storico e culturale, la cucina originale, la tradizionale apertura e ospitalità degli italiani» e allo stesso tempo «un debito pubblico elevato per gli standard europei, un deficit di bilancio, inflazione, un afflusso di migranti illegali, una diminuzione della natalità». Secondo Razov «con questa diversità l’Italia rimarrà impressa nella memoria», poiché si tratta «di un Paese che ha aderito incondizionatamente alle devastanti sanzioni contro la Russia e alla fornitura di armi all’Ucraina (contro la volontà di metà della popolazione). E allo stesso tempo, un Paese i cui cittadini amano la Russia, la sua cultura, tratta i russi con simpatia immutabile. In questo caso, il secondo aspetto, forse, supera il primo», conclude l’ambasciatore russo.

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