Latina, affidava incarichi in cambio di denaro, gioielli e un abbonamento all’Olimpico: arrestata la giudice Castriota e altri due collaboratori
Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità. Sono le ipotesi contestate a Giorgia Castriota, giudice delle indagini preliminari del tribunale di Latina, Silvano Ferraro e Stefania Vitto, entrambi collaboratori nell’ambito di procedure di amministrazione giudiziaria di beni sequestrati. Il gip di Perugia, su richiesta della Procura – che ha ritenuto «opportuno» rendere note le generalità – ha emesso a loro carico un’ordinanza di custodia cautelare. In particolare, si legge nel comunicato della stessa Procura, Castriota e Ferraro sono risultati destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, Vitto degli arresti domiciliari. «Pur consapevole dell’esigenza di dover garantire ai predetti soggetti il diritto costituzionale ad essere considerati non colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza irrevocabile di condanna e ribadendo, quindi, che, allo stato, nei confronti degli stessi sussistono solo gravi indizi di colpevolezza e non certo prove di responsabilità e che, pertanto, gli indagati potranno fornire, a seguito delle contestazioni che verranno fatte, tutti gli elementi a loro difesa, si ritiene, però, che nel caso di specie sussistano ragioni di interesse pubblico oltre che alla conoscenza dei fatti oggetto dell’indagine anche all’individuazione di chi siano le persone allo stato raggiunte dagli elementi indiziari», si spiega nel comunicato firmato dal procuratore Raffaele Cantone.
Il procedimento penale trae origine, stando al comunicato della procura del capoluogo umbro, «dalla denuncia del responsabile legale pro tempore di diverse società poste sotto sequestro nell’ambito di un procedimento incardinato per reati tributari presso la procura della Repubblica di Latina». Per l’accusa la giudice di Latina, nota per aver firmato nel luglio 2022 l’inchiesta “Terracina” che terremotò FdI, non solo avrebbe direttamente nominato e agevolato il conferimento degli incarichi a persone con cui «intratteneva rapporti personali consolidati», ma avrebbe inoltre «percepito, sistematicamente, parte dei compensi in denaro liquidati dallo stesso Giudice nell’ambito dell’amministrazione giudiziaria o corrisposto, a titolo di compenso, dalle società sequestrate». Ma c’è di più: tra i capi di imputazione per i quali è stata emessa l’ordinanza cautelare sono contestate ulteriori utilità: gioielli, orologi, viaggi e un abbonamento annuale per assistere in tribuna d’onore dello stadio Olimpico alle partite di una squadra di calcio, che la giudice avrebbe «percepito dai soggetti inseriti nell’amministrazione giudiziaria».
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