Usa 2020 e fake news: dopo i 787 milioni di dollari a Dominion, Fox News rischia un’altra causa miliardaria
Fox News ha diffuso falsità e teorie del complotto sul voto elettorale del 2020 a favore di Donald Trump, nonostante i responsabili e gli autori fossero ben consapevoli che le accuse fossero del tutto prive di fondamento. A certificarlo è la causa intentata dalla Dominion Voting Systems che ha raggiunto un accordo con l’emittente di Rupert Murdoch per evitare il processo: 787.5 milioni di dollari, la metà di quelli richiesti inizialmente dalla società (1.6 miliardi di dollari). Si tratta probabilmente del più grande accordo per diffamazione nella storia degli Stati Uniti, ma che potrebbe essere battuto da un’altra causa che vede ancora Fox News dalla parte dell’accusato: quella intentata da Smartmatic con una richiesta di risarcimento pari a 2.7 miliardi di dollari.
A seguito del voto che ha visto sconfitto Donald Trump a favore di Joe Biden, Fox News aveva diffuso con convinzione la tesi che il processo elettorale sarebbe stato falsato attraverso il software utilizzato per il voto elettronico. Ma una serie di prove schiaccianti, come alcuni messaggi del conduttore Tucker Carlson e la dichiarazione giurata del proprietario Rupert Murdoch, ha portato la società a intraprendere la via del male minore: patteggiare e pagare una somma inferiore a quella richiesta, ma soprattutto evitare di arrivare a un processo dove sul banco dei testimoni sarebbero dovuti intervenire lo stesso Carlson e altri presentatori della Fox. Forte di questo risultato ottenuto da Dominion, l’altra società che si ritiene diffamata pare voglia proseguire con la causa: «Smartmatic rimane impegnata a riabilitare il suo nome, recuperare il danno significativo arrecato alla società e ritenere Fox responsabile per aver minato la democrazia» ha dichiarato l’avvocato Erik Connolley. Anche Fox è intenzionata ad andare avanti, come inizialmente con Dominion: «Saremo pronti a difendere questo caso che circonda eventi estremamente degni di nota quando andrà in giudizio, probabilmente nel 2025» ha dichiarato un portavoce dell’emittente americana.
Le prove contro Fox News
Il presidente della Fox Corporation Rubert Murdoch aveva riconosciuto che i suoi conduttori avevano diffuso false informazioni sulle elezioni del 2020, sostenendo di fatto le teorie del complotto sul fantomatico broglio elettorale. Nella sua deposizione, Murdoch ha citato l’elenco dei conduttori: Sean Hannity, Jeanine Pirro, Maria Bartiromo e l’ex Lou Dobbs. Questi ultimi tre nomi riguardano anche la denuncia da parte di Smartmatic.
Per lungo tempo Fox News ha contestato la causa portata avanti da Dominion, definendola senza senso e che nulla fosse rilevabile come diffamatorio in quanto avrebbero agito nel rispetto del Primo Emendamento. In sua difesa, Fox aveva accusato Dominion di non aver portato alcun elemento che provasse la malafede dei suoi conduttori. A smentire l’emittente sono stati alcuni messaggi ed email scambiate tra i suoi conduttori di punta dove ammettevano di aver diffuso false notizie prive di fondamento che di fatto sostenevano le accuse di brogli elettorali.
Tra le comunicazioni depositate c’erano anche quelle del conduttore Tucker Carlson, noto per essere uno dei più noti diffusori di notizie false del canale televisivo americano: «Stiamo tutti fingendo di avere molto da dimostrare, perché è molto difficile digerire e ammettere il disastro. Ma andiamo. Non c’è alcun vantaggio per Trump». Di fatto, in forma privata e interna all’emittente il conduttore criticava Trump nonostante lo difendesse apertamente in pubblico. Due giorni prima dell’assalto a Capitol Hill, Carlson aveva scritto un messaggio in cui sosteneva di odiare profondamente Donald Trump: «Siamo molto, molto vicini a poter ignorare Trump quasi tutte le sere. Davvero non vedo l’ora».
Tra le comunicazioni rese pubbliche c’è quella di Rupert Murdoch dove si lamenta per la dichiarazione della vittoria di Biden dopo la Cnn: «Dovremmo e potevamo arrivare per primi, ma almeno essere secondi si salva dall’esplosione di Trump!».
Il caso Dominion e il complotto ItalyDidIt
Il nome Dominion è noto in Italia, in quanto lo stesso Donald Trump cercò di tenere a galla una teoria del complotto che riguardava proprio il nostro Paese e la società americana: il cosiddetto ItalyGate o #ItalyDidIt. Secondo il fantasioso racconto, un “hacker” italiano avrebbe violato il voto americano tramite le macchine di Dominion e un server in Germania sfruttando un satellite Leonardo, peccato che le macchine elettorali erano scollegate dalla rete.
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