Davide Casaleggio, cadono le accuse nell’inchiesta Moby: «Soldi solo per fare lobbying». Grillo e Onorato verso il processo
Quella di Davide Casaleggio per Moby era solo attività di lobbismo e non traffico di influenze illecite secondo il gip di Milano, Tiziana Gueli, che ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Cristiana Roveda e dell’aggiunto Maurizio Romanelli. Insieme alla posizione del figlio del fondatore del M5s Gianroberto, sono state archiviate anche quelle di quattro persone nell’inchiesta ormai chiusa che vede coinvolto anche Vincenzo Onorato, l’armatore a capo di Moby e Cin, e Beppe Grillo. Per loro è attesa la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura. Il gip ha dunque deciso di archiviare le accuse nei confronti di Casaleggio, e delle quattro persone coinvolte, perché nel loro comportamento non è emersa traccia di attività finalizzate a commettere reato per dare vantaggi ai vertici delle compagnie marittime, per quanto ci siano stati comunque pagamenti anche con contratti di consulenza.
Restano ancora in piedi le accuse per Grillo e Onorato, dopo la chiusura delle indagini lo scorso marzo. Secondo la procura, il fondatore del M5s avrebbe fatto pressioni su tre questioni che interessavano Onorato, suo amico, per permettere alla sua compagnia di navigazione di «conseguire in un indebito vantaggio patrimoniale a prescindere da una valutazione dell’interesse pubblico». Grillo, spiegano gli inquirenti, aveva perorato la causa di Onorato attraverso «parlamentari eletti per il M5s nominati ministri dei governi all’epoca». In particolare si trattava di Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Stefano Patuanelli per fatti avvenuti tra il 2018 e il 2019. Per il suo impegno, Grillo avrebbe ottenuto 240mila euro incassati con contratti per «contributi redazionali per il marchio Moby» sul suo blog beppegrillo.com, oltre che «l’organizzazione» di comizi elettorali.
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