Più tasse se non fai figli? La controproposta di Sapore di Male: «Vogliamo il Reddito di Singletudine» – L’intervista
C’è un’immagine, a tratti quasi nostalgica: quella della classica famiglia italiana composta da moglie e marito, che si sposano, acquistano casa e mettono al mondo almeno un figlio. Un’immagine ancora prevalente nel Paese, ma nella quale le nuove generazioni non sempre si riconoscono. E non per colpa loro: è cambiato il mercato del lavoro, persino l’aspettativa di vita, della propria vita, inquadrata con la consapevolezza che ogni percorso è diverso dall’altro. Si è aperta una varietà di prospettive relazionali un tempo inimmaginabile. Ma anche il tessuto economico e sociale è profondamente mutato. Così, la proposta di Giancarlo Giorgetti, sintetizzata in «zero tasse per chi fa figli», a molti giovani appare anacronistica. Per alcuni è addirittura discriminatoria. Sapore di Male, pagina Instagram di riferimento per i millennials, ha rispolverato un suo vecchio tormentone. Il Reddito di Singletudine. «È una proposta ironica, ma neanche tanto», dice a Open il suo fondatore, Paolo Danzì, in un’intervista che con l’irriverenza affronta problematiche reali.
Perché Sapore di Male propone, contro l’iniziativa di Giorgetti, l’adozione di un Reddito di Singletudine?
«La mia proposta, che nasce come ironica, in realtà rivela un dato di fatto. Vivere da soli, oggi, è un costo ai limiti del sostenibile. Può sembrare provocatorio, ma non lo è: non avere nessuno con cui condividere le spese è un problema che sembra essere dimenticato da chiunque. Si parla sempre e soltanto dei costi per le famiglie, della difficoltà economica nel crescere dei figli. Costi che ovviamente esistono, ma a chi porta avanti soltanto questa narrazione sfugge che, in Italia, milioni di persone vivono da sole. Le spese che normalmente una coppia può dividersi, i single devono farsene carico in totale solitudine. Il Reddito di Singletudine è un modo per pretendere attenzione per una categoria ignorata dalla politica. Una categoria, quella dei single, trasversale, che vede al suo interno giovani, adulti, donne, uomini, non binary, tutti. E spesso la politica dimentica che vivere da soli e senza figli può essere, in alcuni casi, una scelta. Ma in altri casi non lo è. Eppure c’è chi continua a voler imporre a tutti l’idea di un mondo formato famiglia».
Insomma, un’ironia che disvela una difficoltà reale.
«Preferisco dirla così: Sapore di Male, in molti suoi meme, inquadra le difficoltà dei millennials e le traduce in chiave ironica. Mi diverte trasformare in maniera surreale le proposte della politica. Sulla questione dei single, mi piace fare satira sulle motivazioni o sulle conseguenze del vivere da soli. Ad esempio, tra le mie proposte “politiche” c’è quella del tetto massimo al numero di casi umani, il gin tonic di cittadinanza, il bonus energia per i colpi di fulmine mai avvenuti, il bonus infissi al primo “quella è la porta”, il bonus trasporti al primo “perché sei così distante?”, il risarcimento statale di tutto il cibo che va a male in frigo, il bonus 110 per ogni spunta blu su whatsapp senza ricevere risposta, per tutti quelli della mia generazione che hanno patito il ghosting da qualcuno. Sono situazioni in cui molti si riconoscono, credo che il successo di Sapore di Male derivi da questa immedesimazione. Ci divertiamo, perché sono cose che accomunano tanti di noi. Non sapete quante persone mi taggano fotografando un mezzo limone rattrappito in frigorifero. Ecco, se dovessi trovare un simbolo per questa proposta di Sapore di Male, sarebbe l’immagine del mezzo limone abbandonato in frigo. È il simbolo dello spreco che a volte si verifica quando si vive da soli. Anche la banale spesa al supermercato è più facile da fare se si vive in coppia, così come pagare l’affitto di una casa. Al di là del lato ironico, ci sono degli studi seri che affrontano le stesse problematiche del mio Reddito di Singletudine».
Sintetizzando, per cosa sarebbe utile un Reddito di Singletudine?
«Sosterrebbe i single nel pagamento dell’affitto, nel mantenimento della casa, nella spesa al supermercato. In generale, sarebbe un piccolo sostegno per chi non può dividere i costi in cui ci imbattiamo ogni giorno. Tengo a sottolineare una cosa: guardate che essere single non è un capriccio. Spesso non si sceglie di vivere da soli. E a parte tutto, c’è il rischio che la proposta di Giorgetti inverta il paradigma: non si può mettere su una famiglia per ragioni economiche».
Se fossi un politico, come struttureresti la tua proposta? Immaginiamo un disegno di legge sul Reddito di Singletudine.
«No, non ne ho idea. Se ce l’avessi la proporrei seriamente. Io scherzo sul gin tonic di cittadinanza perché la mia abilità è quella di esprimere l’esigenza, non di trovare una soluzione. Comunque, alcuni criteri sono facilmente individuabili. Ad esempio, potrebbe essere tarata in base alle città dove si risiede: è assodato che nei grandi centri urbani il costo della vita è più alto. Ma questo riguarda anche le scelte di una possibile famiglia, che spesso sono ritardate dalla questione economica che si avverte di più in alcuni posti di Italia. Ad ogni modo, lascio la soluzione agli esperti».
Ecco, da chi sarebbe composta la tua task force ideale per il Reddito di Cittadinanza?
«Potrebbero parteciparvi le protagoniste di Sex and the City? No, troppo vintage. Ecco mi è venuta un’idea. La presidente della task force sarebbe Barbie».
Barbie?
«Una cosa che pochissimi conoscono di Barbie è che lei non si è mai sposata. Sono stato a una mostra di Barbie recentemente e mi hanno spiegato l’idea alla base del personaggio: è una donna indipendente, che è molto impegnata nel lavoro e in tutte le attività quotidiane che ogni modello rappresenta. Non c’è mai stato un matrimonio con Ken. Sì, Barbie potrebbe essere la portavoce del Reddito di Singletudine: una donna che non ha avuto bisogno di sposarsi per realizzare i suoi innumerevoli sogni di Barbie astronauta, Barbie dottoressa in fisica nucleare».
Cercando di essere seri per un attimo, Sapore di Male è una pagina che sostiene le battaglie della comunità Lgbt+. Pensi che la proposta di Giorgetti sia discriminatoria nei confronti di quelle persone che oggi, in Italia, hanno particolari difficoltà burocratiche e legali nel farsi riconoscere come famiglia o nell’avere figli?
«La proposta di Giorgetti è discriminatoria tanto sulla comunità Lgbt+ quanto su chiunque sia single: pone uno spartiacque di possibilità diverse tra chi ha figli e chi non ne ha. Certo, è vero che l’Italia deve affrontare la questione generale della denatalità, ma non penso che sia questo il modo giusto di risolverlo».
Concludiamo l’intervista con lo slogan per la proposta di Sapore di Male.
«Altro che tassare i single, qui serve il Reddito di Singletudine».
Leggi anche:
- Più tasse se non fai figli? La protesta del Partito Gay: «Così Giorgetti discrimina la comunità Lgbtq+»
- Giorgetti e gli incentivi per la natalità: «Mettere in campo un’azione shock, non possiamo tassare i single come quelli con figli»
- «Zero tasse per chi fa figli». Come funziona e quanto può valere il piano-shock preannunciato dal ministro Giorgetti