Il giornalista Borgonovo sull’outing dell’ex collega: «Io gay? Fatti miei: ci si misuri con le mie idee». La solidarietà di La Russa
«Il mio privato è, appunto, affar mio» spiega il vice-direttore de La Verità, Francesco Borgonovo, suo malgrado coinvolto in una polemica scatenata dal tweet dello scrittore Massimiliano Parente che ha rivelato una confidenza fattagli dal giornalista, all’epoca suo collega al quotidiano Libero: «Diventammo amici, uscivamo a bere – ha scritto Parente – finché non mi confidò la sua omosessualità, e anche la felicità trovata con un compagno». All’Adnkronos, Borgonovo replica secco che preferirebbe «si parlasse di altro, perché ritengo ci siano questioni molto più importanti di quel che avrei o farei nel mio tinello». Per poi aggiungere: «Le mie opinioni sono pubbliche, e chi no le condivide si può misurare su quelle». Parente nel suo tweet accusa Borgonovo per le posizioni che a detta sua sarebbero cambiate da quando ha lasciato il quotidiano fondato da Vittorio Feltri per passare a quello con Maurizio Belpietro: «Poi passò a La Verità – scrive Parente – e nel tempo ha sposato ogni tesi antiscientifica, antioccidentale, filoputiniana, no vax, contro le famiglie gay, contro ogni liberalismo individuale».
April 21, 2023
Sono diversi i commenti di rabbia per l’intrusione di Parente nella vita privata di Borgonovo, senza neanche un apparente motivo pregresso che potesse suggerisce screzi tra i due al punto da scatenare una sorta di vendetta personale. In tanti hanno anche espresso solidarietà al giornalista della Verità, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, che in un tweet ha scritto: «Mi interessa zero il tentativo squallido di colpire Francesco Borgonovo che non deve rendere conto a nessuno della sua vita – ha infatti scritto su Twitter La Russa – A lui il mio fraterno abbraccio e la mia sincera stima».
April 21, 2023
Borgonovo ha poi risposto alle accuse di Borgonovo attraverso l’Adnkronos, spiegando di non doversi giustificare di niente: «Le mie opinioni, in ogni caso, restano sempre le stesse, non vedo perché dovrebbero cambiare o venire inficiate. E non sono né razziste, né omofone: chiunque si prenda il disturbo di esaminarle può facilmente constatarlo. Questo è quanto».