Giorgia Meloni: «Il Cdm il primo maggio? Doveroso per rispetto nei confronti di chi lavora»
«Crediamo che i primi a dover dare l’esempio debbano essere quelli come noi che, in fondo, sono dei privilegiati». Per questo, spiega la premier Giorgia Meloni, ha deciso di riunire il consiglio dei ministri il primo maggio. Ovvero una giornata in cui «tanti italiani saranno comunque sul posto di lavoro, tra le forze dell’ordine, tra chi si prende cura dei malati negli ospedali, nei trasporti, nei ristoranti, negli alberghi, nei luoghi della cultura, compresi i tecnici impegnati in Piazza San Giovanni nel Concertone del Primo Maggio. E una giornata importante che il governo dedicherà al lavoro, prendendo decisioni sul lavoro».
Il Def
La decisione che Meloni vuole annunciare è un taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 35 mila euro l’anno. Ma nel colloquio con il quotidiano la premier parla anche del Def: «Abbiamo presentato un Documento di Economia e Finanza serio, le previsioni della crescita del Pil sono riviste al rialzo con responsabilità. L’economia va meglio grazie agli interventi messi in campo sin dal suo insediamento dal governo, in primis la legge di bilancio, al calo del prezzo delle materie prime, al rallentamento dell’inflazione e alla ripresa dei consumi, dovuta anche al clima di fiducia che si registra in Italia da quando è in carica l’attuale esecutivo».
La crescita
Meloni parla anche di crescita: «Dall’ipotesi di recessione preventivata da molti o anche dalle previsioni di un timido +0,6% del Pil 2023 contenute nel Documento Programmatico di Bilancio dello scorso novembre, passare ad una crescita del Pil dell’1% non e’ un risultato di poco conto, considerando inoltre le basse percentuali di crescita che l’Italia ha fatto registrare negli ultimi 20 anni, escluso il biennio post pandemia. Vorremmo poi ritrovarci a fine anno nella condizione di annunciare risultati migliori – ha aggiunto – rispetto a quanto attualmente previsto e non, come avvenuto molto spesso in passato, a dover rivedere al ribasso, anche in maniera marcata, le previsioni contenute nel Def».
Il Pnrr
Sul recovery plan la premier dice di sentire e leggere «cose che non esistono. Come il ministro Fitto ha già spiegato in diverse sedi istituzionali, governo e maggioranza stanno lavorando con la Commissione europea per risolvere alcuni problemi strutturali del Piano. Ma il Pnrr, sia chiaro, non è un problema, ma una grande opportunità che il governo non si lascerà sfuggire, nonostante errori e ritardi che ha ereditato. Per questo siamo al lavoro per rimodulare il piano e risolvere le criticità, puntando su quei progetti per i quali i finanziamenti possono essere spesi entro la scadenza del Piano».
Il superbonus
Infine, sul Superbonus «il governo ha avuto il coraggio di correggere un intervento che, per come era concepito, era sicuramente politicamente molto vantaggioso per pochi ma disastroso per i conti pubblici, che ha creato e rischiava di continuare a creare seri problemi alla finanza pubblica. La nostra scelta di portare il credito fiscale al 90% e bloccare il meccanismo della cessione del credito per i nuovi interventi, è stata una decisione doverosa e responsabile, preoccupandoci al contempo sempre di tutelare tutti i soggetti coinvolti, sia imprese sia cittadini, e di risolvere il problema dei crediti fiscali incagliati».