Latina, lo shopping compulsivo della giudice arrestata: «Comprerei volentieri un Rolex di secondo polso…»
La giudice per le indagini preliminari di Latina Giorgia Castriota voleva acquistare un Rolex di “secondo polso”. Al prezzo di 6.300 euro. Per questo diceva al compagno, il commercialista Silvano Ferraro, di farsi pagare di più. La storia è nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari anche l’amica Stefania Vitto. La gestione dell’intero ufficio, secondo l’accusa, era finalizzata a ottenere soldi ai danni delle aziende. Per avere gli incarichi invece i curatori erano costretti a saldare bollette e debiti. Oppure pagarle l’affitto, le utenze, la colf. Fino all’abbonamento annuale in tribuna d’onore allo stadio Olimpico per un costo di 4.300 euro. Tra le ricompense, ricorda oggi Il Messaggero, anche viaggi a New York insieme al compagno. «La personalità di Castriota è quella di una donna che ha bisogno di soldi, ma non perché il suo stipendio sia oggettivamente basso, percependo oltre 3mila euro mensili, ma perché si ostina a voler vivere al di sopra delle proprie possibilità economiche», scrive nell’ordinanza il collega. Agli atti anche le sue intercettazioni. Che sembrano quelle di una persona malata di shopping compulsivo: «Ti dico la verità, vorrei levarmi le rate della macchina e poi, se mi avanzava qualche soldino, me volevo comprà un Rolex di secondo polso e quindi vorrei fare questa cosa se avanza qualche cosa, magari sui 20mila euro. Mi estinguo la macchina e mi tolgo il pensiero, comunque è un bel pensiero, e poi un regalino mi faccio, che un Rolex mi piacerebbe tanto». Delle procedure i professionisti parlavano in gergo: «Dammi i documenti, me la studio, se c’è ciccia, come si dice a Roma, te l’accetto». E ancora: «C’è una marea di soldi da spartirsi».
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