Calenda torna sul divorzio con Renzi: «Non è un mostro». E su Schlein: «Il Pd sta diventando un partito di estrema sinistra»
«Non penso che Renzi sia un mostro, penso però che ci siano stati 20 giorni di attacchi continui a cui io non ho risposto se non su questioni politiche. Alla fine la situazione è degenerata». Il leader di Azione, Carlo Calenda, torna a parlare della lite interna al Terzo Polo che ha fatto naufragare il progetto di un partito unico. Ai microfoni di SkyTg24, Calenda ha spiegato: «Questo divorzio lo stiamo pagando nei sondaggi ma soprattutto personalmente. Ho fatto questo notte e giorno da quando ci sono state le elezioni, ma non sono in grado di obbligare la controparte a fare qualcosa che non vuole». Il leader di Azione ha precisato che per ora i gruppi parlamentari delle due forze del Terzo Polo rimarranno uniti, «perché paradossalmente sul merito delle questioni si lavora bene e continuiamo a farlo».
Le frecciatine a Schlein e Di Maio
Dopodiché, ha aggiunto, «vediamo cosa vuol fare Renzi nella vita. Io quello non lo so, ho rinunciato a capirlo». Mentre a proposito del suo post in cui ha attaccato il leader di Italia Viva, Calenda ha ammesso di aver usato toni «troppo forti». «La mia linearità in politica mi ha portato a scelte molto faticose, è costosa. Volevo spiegarlo e non sono riuscito. È stato l’unico mio attacco personale a fronte del quale ne ho ricevuti valanghe». Un’intervista a tutto tondo, in cui il leader di Azione ha detto la sua su tutti gli altri protagonisti della scena politica italiana. A proposito della nuova segreteria del Pd targata Elly Schlein, Calenda ha detto che la distanza resta «siderale», perché «sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra». Mentre sulla nomina di Luigi Di Maio come inviato Ue nel Golfo Persico aggiunge: «Io non lo avrei scelto. Ha preso ogni posizione politica in vista del proprio interesse personale, il che non penso che sia consono a quel tipo di ruolo».
«Il fascismo è un problema culturale»
Il leader di Azione è entrato a gamba tesa anche sulle polemiche relative al 25 aprile, dicendo che «in Italia non c’è un pericolo di ritorno al fascismo». Calenda ha poi precisato: «Spero che domani sia una festa di tutti gli italiani che sanno che hanno costruito la Repubblica perché insieme agli alleati siamo riusciti a cacciare i nazifascisti». Il fascismo, ha aggiunto, «è un problema culturale che va combattuto a scuola, portando i ragazzi a capire cos’è stato. Il fascismo è stato complice del crimine più grande che l’umanità abbia mai visto». Il numero uno di Azione ha annunciato che domani sarà alle 10 al Pantheon con le associazioni partigiane per un’iniziativa dedicata alla Liberazione e al sostegno al popolo ucraino. Dopodiché, ha aggiunto, «porterò i miei figli per una visita privata alle Fosse Ardeatine».
Credits foto: ANSA/Angelo Carconi
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