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Francia, la protesta contro la riforma delle pensioni rischia di spegnere il Festival di Cannes: gli elettricisti pronti allo sciopero

24 Aprile 2023 - 21:36 Antonio Di Noto
Il sindacato di categoria annuncia «100 giorni di azione e pericolo»: a farne le spese potrebbe essere anche la storica manifestazione del cinema

Le luci del festival di Cannes potrebbero spegnersi, letteralmente. Gli elettricisti francesi, infatti, in queste ore minacciano di lasciare la prossima edizione della manifestazione cinematografica al buio in seguito all’approvazione della riforma delle pensioni varata dal governo francese. La prova di forza del presidente Emmanuel Macron, che ha fatto passare il provvedimento scavalcando il Parlamento, infiamma da mesi il Paese, con sindacati e migliaia di cittadini imbufaliti per il previsto aumento dell’età pensionabile a 64 anni. Ora numerosi membri della Federazione Nazionale Miniere ed Energia, parte del grande sindacato Confédération générale du travail annunciano «100 giorni di azione e pericolo», in risposta ai 100 giorni di pacificazione che Macron ha promesso in seguito alla riforma, con l’obiettivo di stipulare un «nuovo patto della vita lavorativa». Già mentre pronunciava queste parole, nella serata del 17 aprile, migliaia di francesi erano in piazza a fare baccano con pentole e mestoli. E pare non si tratti dell’unica dimostrazione di dissenso.

Gli altri eventi a rischio

Per giunta, ad essere colpito potrebbe essere non solo il Festival di Cannes, in programma dal 16 al 27 maggio, ma anche i French Open di tennis, che seguiranno a ruota dal 28 maggio all’11 giugno, il Gran Premio di Monaco, il prossimo 16 maggio; e il Festival delle Arti di Avignone, dal 5 al 25 luglio. «Macron ha promesso 100 giorni di pacificazione, noi 100 giorni di azione e pericolo», minacciano gli elettricisti. Fabrice Coudour, il segretario generale di Cgt Energia, citato dal Guardian, ha fatto sapere che l’idea non è quella di impedire che gli eventi si tengano, ma quella di trovare una «piattaforma di protesta». «Vogliamo mostrare che non abbiano intenzione di voltare pagina e che la rabbia è ancora forte», ha dichiarato Coudour, rivelando poi che «ci sono celebrità che ci appoggiano». Basteranno le promesse di una migliore istruzione, miglior sanità e più occupazione fatte da Macron a calmare gli animi? La risposta, probabilmente, arriverà alla festa dei lavoratori del primo maggio. Mentre due giorni dopo, il 3, Cgt ha indetto il «giorno nazionale della rabbia», invitando nuovamente a scendere in piazza.

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