Vito Bugliarello morto per salvare due ragazzi in mare: «Non sapeva nuotare. Li ha trascinati fuori ed è sparito tra le onde»
Si chiamava Vito Bugliarello. Era un perito informatico di 35 anni e non sapeva nuotare. Ma non ci ha pensato due volte quando ha visto due ragazzini che chiedevano aiuto in acqua. Si è fiondato sulla spiaggia della Marchesa, nel Siracusano, ha preso due asciugamani e li ha annodati per cercare di tirare fuori i due giovani. Ma il mare era molto agitato e l’impresa non gli riusciva. Così Vito è entrato in acqua e ha lanciato nuovamente la fune. Uno dei due adolescenti è riuscito a prenderla ed è tornato a riva tirando con sé il compagno. Ma a un certo punto il 35enne siciliano non è riuscito a mantenere la presa, il mare l’ha trascinato e il suo corpo è sparito in mare. Nonostante i tentativi della Capitaneria e dei vigli di fuoco di trovarlo vivo, non c’è stato niente da fare. Ieri, 23 aprile, il corpo di Vito è stato trovato senza vita tra gli scogli.
Il racconto dell’amico
«Ci conosciamo da 20 anni, dai tempi della scuola. Siamo stati compagni di classe all’istituto Fermi», racconta l’amico Pierpaolo. «Con lui c’era un amico della comitiva che è ancora sotto choc. Ha chiamato i soccorsi dopo averlo visto scomparire in mare, ma non c’è stato nulla da fare», aggiunge. «Era l’unica persona a sapere tutto di me, a nessuno ho mai raccontato quel che ho raccontato a lui. E per capire che ragazzo fosse basta dire che pur essendo consapevole di non essere un nuotatore, anzi direi di non saper nuotare, è corso in aiuto dei due ragazzini che stavano facendo il bagno nonostante il mare, sabato, fosse in condizioni proibitive. Non ci ha nemmeno riflettuto, lui era così», prosegue.
«Quella mattina mi aveva chiesto di uscire ma non potevo…»
Vito viveva a Floridia (Siracusa) e, nonostante le difficoltà con il nuoto, aveva una grande passione per il mare. «Ci andava ogni giorno, passeggiava, ne respirava il profumo. Lo faceva stare bene», riferisce ancora Pierpaolo che lo descrive come un amante dello sport. «Sabato mattina mi aveva scritto: “Oggi bici”? Era uno sportivo, amava la mountain bike e spesso uscivamo insieme, ma gli ho dovuto rispondere che non sarei potuto andare, perché dovevo lavorare». Così il 35enne vittima delle onde del mare aveva scelto di andare a passeggiare sulla scogliera. «Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. La vita è così purtroppo», chiosa l’amico. Intanto, proseguono le indagini della procura di Siracusa nel tentativo di delineare l’esatta dinamica dei fatti.
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