25 aprile, La Russa vola a Praga e cita Liliana Segre: «La Resistenza valore assoluto». Ma a Roma l’Anpi ne chiede le dimissioni – Il video
Da quando l’assetto politico italiano è cambiato, con l’exploit di Fratelli d’Italia lo scorso 25 settembre, è ricorrente l’accusa di atteggiamenti nostalgici rivolta agli esponenti di destra al potere. Tra i più esposti, Ignazio La Russa, anche per via di alcune sue uscite mediatiche, diverse nella forma e nel contenuto da quelle dei suoi predecessori. Il presidente del Senato, solo qualche giorno fa, aveva affermato in un’intervista a Repubblica che «nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo». Poche settimane prima, a fine marzo, un’altra ricostruzione singolare delle azioni partigiane: «In via Rasella uccisero una banda di semi-pensionati, non di nazisti. Sapevano del rischio rappresaglia». Un mese fa, l’Anpi lo attaccò aspramente: «Assolve il fascismo e delegittima la Resistenza». Oggi, nel giorno della Festa della Liberazione, dal palco capitolino di Porta San Paolo, il presidente dell’Anpi provinciale di Roma chiede un passo indietro di La Russa: «Ha detto che farà qualcosa che metterà tutti d’accordo, quindi aspettiamo le sue dimissioni».
Diverso, invece, il programma della seconda carica dello Stato. Volato a Praga dopo aver partecipato alla cerimonia all’Altare della Patria, La Russa ha parlato dalla Conferenza dei presidenti dei Parlamenti Ue in corso nella capitale ceca. «Oggi per l’Italia è un giorno molto importante: è il giorno nel quale viene ricordata la Liberazione dall’occupazione nazista nella Seconda guerra mondiale e la sconfitta del fascismo». Una condanna netta quella che La Russa esprime davanti ai suoi omologhi. «Insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle alte cariche dello Stato, questa mattina, ho solennemente testimoniato all’Altare della Patria l’impegno e il sacrificio per la libertà e l’indipendenza, così come il valore assoluto della Resistenza nel superare la dittatura e nel ridare all’Italia la democrazia». Il presidente del Senato, prima di andare al monumento di Jan Palach per rendergli omaggio, definisce così la Shoah: «È la più grande atrocità del secolo appena passato e, per evitare che lo spettro di regimi illiberali possa nuovamente tornare a limitare le nostre libertà, deve esserci innanzitutto piena collaborazione e rispetto tra gli Stati, a cominciare dal rispetto dei confini nazionali. In ultimo, faccio mie le parole che la senatrice Liliana Segre pronunciò al Parlamento europeo il Giorno della Memoria: “C’era una bambina a Terezin, di cui non ricordo il nome, che disegnò una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati”».
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