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A Napoli i manifesti di Meloni, La Russa, Piantedosi e Valditara a testa in giù: «Ripudiamo questo governo» – Le foto

25 Aprile 2023 - 16:06 Felice Florio
La protesta napoletana, fin da subito, ha ricevuto una condanna unanime. Tuttavia, alcuni esponenti di spicco del centrodestra hanno colto l'occasione per attaccare l'opposizione

«Stamattina Napoli si è svegliata così». Con un post su Facebook, gli attivisti del collettivo partenopeo Je so’ pazzo-ex Opg rivendicano l’affissione di alcuni manifesti, nella notte che ha anticipato la Festa della Liberazione. «Napoli ripudia questo governo, il governo dell’odio, e lo ribadiamo a gran voce in occasione del 25 aprile, giornata in cui ricordiamo il sacrificio dei partigiani, di centinaia di migliaia di donne e uomini che si organizzano, coraggiosamente, per liberare questo paese dal nazifascismo». Sui cartelloni incollati in diversi punti della città – tra i quali il muro dove c’è la targa con i nomi dei caduti delle Quattro giornate di Napoli, ma anche cassonetti e ringhiere -, compaiono le teste capovolte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. A ognuno di loro, è assegnata una ridenominazione del proprio slogan o del proprio ruolo. Così, sotto la foto di Meloni compare la didascalia «Pronti! (a rovinare il paese)», La Russa diventa il «presidente dei nostalgici», Piantedosi il «ministro delle morti in mare» e Valditara il «ministro dell’umiliazione e della repressione». Le immagini capovolte sono un chiaro riferimento all’esposizione del cadavere di Benito Mussolini, in piazzale Loreto, a Milano.

Le scritte

«La pagina di storia più bella e fiera per l’Italia assume un significato e un’importanza diversi, durante l’anno del governo dell’odio, il governo più a destra nella storia della nostra Repubblica», continua il collettivo, nella sua rivendicazione. «Invece di fare passi avanti per poter raggiungere un paese in cui nessuno venga discriminato e dove nessuno venga lasciato indietro, il governo e i ministri non fanno altro che avanzare proposte di legge barbare e rilasciare dichiarazioni infami: la volontà di cancellare il reato di tortura dal nostro codice penale, il decreto Antirave, che mira soprattutto a voler cancellare il diritto di parlare, di obiettare, di protestare nella maniera ritenuta più opportuna, oppure la riforma del Reddito di cittadinanza, insieme a tutte le dichiarazioni dei ministri in questi mesi. A Napoli non c’è spazio per fascismo e oppressione, per razzismo, sessismo e qualsiasi altra forma di discriminazione, perché il 25 aprile è divisivo, ma solo sei sei fascista».

La condanna della politica

La protesta napoletana, fin da subito, riceve una condanna unanime. Tuttavia, alcuni esponenti di spicco del centrodestra colgono l’occasione per attaccare l’opposizione: «Ecco cosa succede quando il clima politico viene incendiato volutamente, quando la sinistra non fa che dare una rappresentazione distorta della realtà, assegnando patenti di indegnità e speculando su un inesistente e assurdo pericolo di ritorno al fascismo e di deriva antidemocratica. Hanno voluto appropriarsi di una festa che dovrebbe essere di tutti gli italiani», afferma Licia Ronzulli, capogruppo forzista al Senato. Il presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, sempre a Palazzo Madama, Lucio Malan: «Purtroppo dobbiamo constatare che per certa sinistra il ‘richiamo della foresta’ è ancora troppo forte». Il suo vice, Raffaele Speranzon: «Se avevamo bisogno di un’ulteriore conferma della natura comunista e antidemocratica di una certa sinistra, ebbene, oggi, 25 aprile, la abbiamo avuta. Simili episodi rappresentano il risultato di un clima di odio e contrapposizione che alcuni cattivi maestri hanno contribuito ad alimentare da qualche settimana a questa parte». Intanto, la Digos di Napoli, coordinata dal primo dirigente Antonio Bocelli, avvia le indagini per individuare i responsabili dell’affissione.

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