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Addio a Harry Belafonte, icona della musica e dei diritti civili: da «Day-O» a «Jamaica Farewell», i successi che l’hanno reso grande

25 Aprile 2023 - 17:07 Redazione
Con il suo album Calypso, il cantante fu il primo nella storia ad abbattere il tetto del milione di copie vendute

Se la musica caraibica si è imposta a livello internazionale, diventando per alcuni, anche nella lontana Europa, quasi uno stile di vita, il merito è soprattutto suo. Harry Belafonte, morto oggi, 25 aprile 2023 all’età di 96 anni, negli anni Cinquanta portò alla ribalta questo genere con canzoni come Day-O (The Banana Boat Song) e Jamaica Farewell. Entrambe furono inserite nell’album Calypso, il primo nella storia a sfondare il tetto del milione di copie vendute. Ma Belafonte non fu un soltanto un artista pop dal successo sconfinato. Nel corso della sua lunga carriera, si è battuto per il riconoscimento dei diritti civili, ha sposato diverse cause umanitarie ed è diventato un’icona dei movimenti per l’emancipazione dei neri americani. È morto nella nella sua casa dell’Upper West Side di Manhattan, nella stessa città dove è nato il primo marzo 1927. Cresciuto ad Harlem in una famiglia di immigrati giamaicani, Belafonte inizia la sua carriera da musicista sul finire degli anni ’40. Dopo aver terminato il servizio nella marina degli Stati Uniti, durante la Seconda guerra mondiale, comincia a esibirsi in vari spettacoli newyorkesi, collaborando anche con l’American Negro Theatre.

Il secondo disco, Belafonte, edito nel 1956, e il terzo, Calypso, pubblicato nello stesso anno, lo consacrano tra i più famosi artisti americani dell’epoca. Nell’album Midnight Special, del 1962, compare una collaborazione con un giovane armonicista destinato a scrivere la storia del cantautorato americano: il suo nome era Bob Dylan. Passano gli anni e Belafonte, oltre a partecipare come attore in diverse produzioni cinematografiche, diventa sempre più riconosciuto per l’impegno nel campo dei diritti civili. La sua attività artistica non si scinde mai dall’attivismo. Dice: «Il ruolo dell’arte non è solo quello di mostrare la vita così com’è, ma mostrare come dovrebbe essere la vita». Belafonte diventa un amico fidato di Martin Luther King. Nel 1985, entra a far parte del gruppo di 45 celebrità americane che prende il nome di Usa for Africa. Insieme a Belafonte, cantanti del calibro di Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen. Incidono, a scopo benefico, il brano We Are the World. I proventi vengono devoluti alla popolazione etiope, il cui territorio in quel periodo era colpito da una tragica carestia. We Are the World vincerà il Grammy Award come «canzone dell’anno», come «disco dell’anno», e come «miglior performance di un duo o gruppo vocale pop».

Il tributo (spontaneo) di Usa for Africa per Harry Belafonte

Un live di Day-O (The Banana Boat Song), il canto popolare giamaicano reso celebre da Belafonte

La copertina di Calypso, disco pubblicato con l’etichetta RCA Victor

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