Lo sfogo del ristoratore che non trova dipendenti a Treviso: «Offro 1.500 euro al mese, straordinari e riposi, ma non trovo giovani»
Con l’arrivo della stagione estiva e primaverile aumentano le possibilità di trovare un impiego anche temporaneo, in particolare nei servizi della ristorazione, dell’intrattenimento e di altri settori. C’è però chi non riesce a trovare dipendenti per portare avanti le attività. È il caso di Stefano Molitierno, ristoratore di Jesolo e gestore, assieme ad altri tre soci, di un noto locale notturno sul litorale della città. Nei mesi scorsi l’imprenditore ha rilevato un altro locale a Treviso e, dopo averlo ristrutturato, lo ha aperto al pubblico. L’imprenditore, però, non riesce a trovare un numero sufficiente di dipendenti che possano assicurare continuità all’attività del locale e, in un’intervista a Il Messaggero, dichiara: «Non posso gestire il locale solo con due persone: io stesso non posso continuare a lavorare per 15 ore al giorno. A fine mese chiuderò il locale a tempo indeterminato: non trovo altro personale e non posso toglierlo dagli due locali, visto che anche negli altri siamo al limite e comunque a Jesolo c’è la stagione che sta per partire. Pagheremo l’affitto del locale ma per ora non continuerò più questa avventura».
Il caso
Molitierno racconta di aver messo online centinaia di annunci, ma di non aver ricevuto risposte. E assicura: lo stipendio è in linea con il contratto nazionale, con paga di base pari a circa 1.500 euro mensili, oltre al pagamento di eventuali straordinari, inclusi i giorni di riposo e il versamento dei contributi. «Daremo quanto previsto e quanto pattuito, questo aspetto non è in discussione», sottolinea. Lo sfogo dell’imprenditore è dovuto anche al fatto che un ormai ex dipendente del locale ha deciso di rassegnare le dimissioni per motivi personali. A tal proposito Molitierno spiega: «Non si può gestire un’attività in questo modo: un giorno puoi contare su dipendente e l’altro no». L’imprenditore jesolano, nel corso dell’intervista, spiega di aver anche pensato di acquistare dei robot per sopperire alla mancanza di personale. Tuttavia, prosegue ancora, «è una spesa grossa che in questo momento non mi sento di affrontare anche se forse può essere davvero un’alternativa visto che c’è sempre meno manodopera».
Non è colpa del reddito di cittadinanza
Secondo il punto di vista dell’imprenditore, il fatto di non trovare personale non è imputabile al reddito di cittadinanza: «Probabilmente manca la voglia di fare questo lavoro, di lavorare dietro a un banco e di fare il cameriere. Forse oggi i giovani hanno alle spalle famiglie più forti ed è passata la voglia di mettersi in gioco». E infine l’imprenditore conclude: «Lo ripeto, non riguarda solo il nostro settore, ma un po’ tutti. Probabilmente il Covid ha cambiato le priorità a favore del tempo libero. Mi chiedo, però, fino a quando questa situazione può essere sostenibile». In qualsiasi caso, Molitierno ha le idee chiare: qualora non dovesse riuscire a trovare personale metterà in vendita l’attività: «Vedremo a settembre se la situazione si sbloccherà. In caso contrario, la scelta sarà ancora più drastica: metterò il locale in vendita. Una sconfitta? No, più di così non so davvero cosa fare».
Foto in copertina: Stefano Moliterno e il suo locale / Il Messaggero
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