La Disney fa causa al governatore della Florida DeSantis: «Sforzi politici per danneggiarci»
Topolino contro Ron DeSantis. La Disney, multinazionale da 73 miliardi di dollari di fatturato, ha fatto causa al governatore della Florida, più trumpiano dello stesso Trump e possibile rivale dello stesso alle presidenziali 2024, accusandolo di compiere sforzi politici per danneggiare le sue attività e di usare il suo potere come «un’arma per condurre una campagna mirata di ritorsione da parte del governo per punire Disney». La causa – spiega Cnbc – segue la decisione del governatore della Florida di annullare due accordi che concedevano a Disney il controllo sull’espansione di Disney World, il complesso di intrattenimento e di divertimento che si trova vicino a Orlando. Una decisione – secondo la multinazionale – «palesemente di rappresaglia e palesemente incostituzionale». L’(ennesima) azione legale si inserisce nel braccio di ferro tra i due contendenti, che va avanti ormai da anni, ovvero dalla legge Don’t Say Gay approvata da DeSantis contro la quale si è schierata Disney scatenando la reazione del governatore della Florida. La legge, firmata il 28 marzo 2022, proibisce di tenere lezioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nelle scuole pubbliche, dall’asilo alle elementari. Pressato dai dipendenti, contrari al provvedimento, il board della Disney si era opposto fermamente alla misura, congelando le donazioni alla campagna elettorale per il suo secondo mandato come governatore della Florida, poi ottenuto a inizio novembre. Di qui la crociata iniziata da DeSantis contro la società, additata come la «compagnia californiana che vuole governare il nostro Stato». La multinazionale è da tempo bersaglio dell’America conservatrice: in una nuova provocazione, DeSantis ha lasciato inoltre intendere, il 18 marzo scorso, che lo Stato potrebbe costruire una prigione vicino al parco divertimenti di Walt Disney, in una mossa destinata ad alzare i toni dello scontro a livello nazionale.
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