La bufala della «neve chimica» che non si scioglie
La teoria delle Scie chimiche è una narrazione complottista più complessa di quanto si potrebbe pensare. Ci sono diversi subplot che la compongono; come i presunti casi di Morgellons (una malattia inventata collegata all’irrorazione di misteriose sostanze dagli aerei) o la convinzione che il sistema di antenne Haarp giochi un ruolo nel condizionare il clima. Oggi torniamo a trattare una bufala condivisa su Facebook, legata alla trama secondaria della neve chimica; ovvero riguardante fenomeni “misteriosi” di geoingegneria, che si manifesterebbero anche nella grandine. Tali casi sarebbero la prova di una cospirazione mondiale volta all’irrorazione sistematica nei cieli di elementi dannosi non meglio precisati, spesso confondendo con la reale tecnica del cloud seeding, che comporta conseguenze irrilevanti rispetto a quelle ipotizzate dai complottisti.
Per chi ha fretta:
- Il mistero della «neve chimica» che non si scioglie è tale solo se si ignora che queste si spiegano con le condizioni fisiche e chimiche della neve e del mezzo usato per la combustione.
Analisi
La condivisione in oggetto riguarda un breve filmato, dove una persona cerca di sciogliere una grossa palla di neve col lume di una candela. Si vede molto bene la formazione di una patina nera dove viene avvicinata la fiamma, mentre sembra che la neve non accenni a sciogliersi. Sono stati improvvisati negli anni tanti altri esperimenti simili, usando un accendino o scaldando la neve in padella.
Posto che non possiamo sapere dal filmato se quel che vediamo sta avvenendo interamente senza artifici, il problema di questi approcci è che vengono eseguiti ignorando totalmente la fisica e la chimica che caratterizzano una palla di neve. Come spiegava già Paolo Attivissimo in un post del 2014, fornendo tutte le fonti necessarie ad approfondire:
La spiegazione scientifica, fornita per esempio dall’astronomo Phil Plait e segnalata da Bufale un tanto al chilo, è semplice e dimostrata in video: la neve, essendo fatta d’acqua, ha bisogno di molto calore per sciogliersi e un accendino non basta. Le poche gocce d’acqua che si formano vengono subito riassorbite dalla neve, penetrando nei suoi interstizi, e si gelano di nuovo. Applicando più calore la neve si scioglie in modo normalissimo. Le “bruciature”, invece, sono semplicemente i prodotti fuligginosi della combustione del liquido dell’accendino (tipicamente butano).
Chiaramente anche la combustione data da una candela darà luogo a dei prodotti che anneriranno la neve, banalmente potrebbe trattarsi di carbonio. Va considerata anche – specialmente se la si fa sciogliere in padella – la presenza di impurità nella neve stessa. Tutto questo può spiegare anche il cattivo odore lamentato dall’autore del video.
Conclusioni
Quello della neve chimica è un presunto “mistero” usato come “prova” della teoria delle Scie chimiche. Anche in questo caso siamo di fronte a un fenomeno perfettamente spiegabile con alcune nozioni basilari di fisica e chimica.
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