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Cosa succede ora dopo lo scivolone della maggioranza sul Def, tutto da rifare: la corsa in vista del 1 maggio

Approvata in una seduta lampo del Cdm una nuova relazione al Def che tornerà in Parlamento già domani 28 aprile

È partita la corsa del governo Meloni per riapprovare il Documento di economia e finanza, dopo che la maggioranza alla Camera non ha avuto i numeri sufficienti per approvare lo scostamento di bilancio dopo il passaggio al Senato. In aula c’erano infatti solo 195 deputati, mentre ne servivano 201 per l’approvazione, essendo assenti cinque deputati di Fratelli d’Italia, nove di Forza Italia e 11 della Lega. L’iter deve quindi ricominciare da zero, a partire dal Consiglio dei ministri che si è già svolto oggi pomeriggio in pochi minuti, dove è stata approvata una nuova Relazione al Parlamento del Def, con saldi invariati rispetto a quanto riportato nella precedente versione. Il prossimo passaggio sarà quindi tornare in Parlamento, con il Senato già convocato per domani 28 aprile alle 14 per un altro voto su Def e scostamento di bilancio. Prima però potrebbe esserci anche un passaggio della nuova versione della relazione al Def anche dalle commissioni interessate. L’obiettivo del governo resterebbe quello di chiudere l’iter entro e non oltre il 1 maggio, quando Giorgia Meloni ha convocato i sindacati e imprenditori in vista del Cdm di quel che giorno che dovrebbe approvare il nuovo decreto Lavoro. Un obiettivo ribadito anche nella nuova relazione al Def, secondo fonti di Palazzo Chigi, in cui sono stati confermati gli impegni per il «sostegno al lavoro e alle famiglie».

E mentre crescono gli attacchi dall’opposizione che chiede alla premier di riferire al Quirinale, come nei casi di crisi di governo, da Londra Giorgia Meloni si sbilancia, garantendo che «il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni». Così come non ci sarebbero variazioni in agenda sull’appuntamento per la Festa dei lavoratori: «Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera – ha detto la premier – mi dispiace ma questi erano i tempi. Tutto è organizzato ma confido di potermela cavare». Secondo il nuovo calendario, il testo ripassa in Commissione questa sera stessa, per poi esser riesaminato dalla Camera domani, venerdì 28 aprile, dalle 9 di mattina. Poi, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, le dichiarazioni di voto e il voto sulle risoluzioni, che dovrebbe arrivare intorno alle 11.30.

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