Assegno di inclusione e Strumento di Attivazione: come cambia il nuovo reddito di cittadinanza nel decreto lavoro
Si chiamerà Assegno di inclusione. E dal primo agosto 213 mila persone saranno a rischio di perderlo. La bozza di riforma del nuovo reddito di cittadinanza prevede due sussidi. Ovvero lo Strumento di Attivazione per gli occupabili (Sda) e l’Adi. Il governo Meloni ha intenzione di chiudere la partita della riforma il primo maggio. Quando è in programma un consiglio dei ministri che varerà anche un taglio del cuneo fiscale. Il reddito di cittadinanza non esisterà più dal primo gennaio 2024. Ma non ci saranno molte differenze per le famiglie che hanno un minore, un anziano o un disabile. Mentre gli adulti tra i 18 e i 59 anni abili al lavoro, single o coppie, dovranno invece rinunciare almeno in parte al sussidio. Alle persone ritenute avviabili andranno 350 euro al mese per un anno.
I due sussidi
L’Adi, spiega oggi il Corriere della Sera, è di fatto sovrapponibile al reddito di oggi. Dura per 12 mesi rinnovabili dopo uno di pausa. Ma con verifiche ogni 90 giorni della situazione familiare da parte dei Servizi Sociali. La novità è che il governo sembra intenzionato a riportare l’Isee a 9.360 euro. Contro i 7.200 ipotizzati. La scala di equivalenza sarà più generosa con i disabili. Ma avrà un peso nullo per i figli maggiorenni. Mentre per i minori ci sarà la compensazione dell’Assegno Unico. Lo Strumento di Attivazione consiste in una indennità di partecipazione pari a 350 euro per la sola durata di corsi di formazione. E ancora altre misure di politica attiva, il servizio civile, i lavori socialmente utili. Il miniassegno avrà durata massima di sei mesi. Le richieste si apriranno a settembre 2023. I corsi di formazione si offriranno sulla piattaforma telematica del ministero del Lavoro.
L’Adi e lo Sda
Secondo il quotidiano non basterà avere il requisito dell’Isee superiore ai 6 mila euro per ottenere l’assegno. Il decreto modificherà anche le norme della Legge di Bilancio. Permettendo così di mantenere il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre ai teoricamente occupabili già presi in carico dai servizi sociali. L’assegno di inclusione scatterà invece dal primo gennaio 2024. Verrà corrisposto per 18 mesi. Dopo un mese di sospensione si potrà ottenere di nuovo per altri 12. Si riduce da 10 a 5 anni il requisito della residenza in Italia. Le imprese che assumeranno i beneficiari avranno sgravi fiscali. Tutto verrà revocato in caso di rifiuto anche di una sola offerta di lavoro della durata superiore a un mese e con retribuzione in linea con i minimi contrattuali. Se l’offerta è a tempo indeterminato potrà arrivare da tutta Italia.
200 mila senza sussidio?
Secondo Repubblica 200 mila nuclei familiari rischiano di rimanere senza sussidio dal primo agosto 2023. Si tratta della seconda metà di quelli che sono stati presi in carico dai servizi sociali. Ma potrà chiedere lo Sda a partire da settembre. Dimostrando di aver fatto domanda a tre agenzie del lavoro private. Queste ultime da ora in poi avranno accesso a tutti i dati dei beneficiari. La novità sarà sancita da un altro decreto. I 350 euro dello Sda saranno incassati soltanto quando il soggetto troverà un corso di formazione. In teoria i quattro componenti di una famiglia “occupabile” – over 18 e under 60, senza minori o disabili – potrebbero chiedere lo Sda durante la formazione. L’ultima novità segnalata dal quotidiano: anche il figlio maggiorenne di una famiglia non occupabile assistita con l’Adi sarà obbligato, se non disabile, a iscriversi allo stesso percorso dello Sda. Così riceverà i 350 euro durante la formazione.
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