Hugh Grant porta i tabloid di Murdoch in tribunale: «Mi hanno piazzato le cimici in casa»
«Sono sconcertato da quello che ho scoperto: questo giornale crede di essere al di sopra della legge». Promette battaglia Hugh Grant, che ieri è comparso in tribunale e ha accusato il tabloid britannico Sun di aver invaso la sua privacy per ottenere qualche rivelazione sulla sua vita privata. Gli episodi contestati risalgono a più di dieci anni fa. In particolare al 2011, quando l’attore aveva denunciato di essere stato vittima di un furto. I ladri hanno scassinato la porta del suo appartamento e si sono intrufolati in casa. In realtà, ha provato a spiegare Grant ai giudici, si trattava di un’operazione del Sun per installare cimici e spie all’interno del suo appartamento, così da poter registrare conversazioni e telefonate. I sospetti di Grant hanno trovato conferma nei mesi scorsi, dopo che l’attore ha ingaggiato un investigatore privato per fare luce sull’accaduto. Ed è così che ha scoperto delle intercettazioni non solo in casa propria, ma anche di amici e conoscenti.
La crociata contro i tabloid
Non si tratta della prima battaglia legale per Grant, che già anni fa fece chiudere un altro tabloid di Rupert Murdoch: il News of the world. Nel 2011, l’attore ha dato vita a Hacked off, una campagna per sensibilizzare sul tema delle intercettazioni e assistere chi ha subìto violazioni della privacy da parte dei mezzi di informazione. Per la disputa legale con il Sun, Grant si è avvalso di un alleato di eccezione: il principe Harry, anche lui impegnato in una battaglia contro i tabloid di Murdoch. Gli avvocati di News Group Newspaper, il braccio editoriale del Sun, sostengono che sia passato troppo tempo per poter ricorrere ai tribunali. Ora spetta ai giudici delle udienze preliminari decidere se procedere oppure no. In caso di rinvio a giudizio, l’impero mediatico di Murdoch rischierebbe un altro grosso contraccolpo economico. Che si sommerebbe al miliardo di sterline pattuito per l’inchiesta di News of the world e al patteggiamento da 787 milioni di qualche settimana fa negli Stati Uniti.
Credits foto: EPA/NEIL HALL
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