Venezia sul podio dell’evasione fiscale: irregolare l’85% delle attività controllate dalla Guardia di Finanza
C’è chi non emetteva scontrini fiscali, chi truccava l’incasso di fine giornata e chi pagava i lavoratori in nero. Da inizio anno, a Venezia, 201 negozi sui 237 ispezionati dalla guardia di finanza (l’85%) sono risultati irregolari. Ieri le fiamme gialle hanno disposto la chiusura temporanea di 20 esercizi commerciali tra centro storico e isole. Si tratta principalmente di bar, ristoranti e gelaterie. I provvedimenti, disposti dalla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, sono il risultato di precedenti contestazioni. Perché scatti il provvedimento di sospensione, i titolari devono aver commesso almeno quattro irregolarità negli ultimi cinque anni, causate nella maggior parte dei casi dal mancato rilascio di scontrini e ricevute fiscali. La sanzione solitamente va da un minimo di tre a un massimo di sei giorni di chiusura del locale. Ai 20 provvedimenti adottati ieri, la guardia di finanza ne ha proposti altri 14, su cui ora dovrà esprimersi l’Agenzia delle entrate. Considerando tutta la provincia di Venezia, scrive il Corriere Veneto, sono più di duemila i controlli svolti da inizio anno sulle attività commerciali, con una media di irregolarità constatate superiore al 50%. Nei 44 comuni della città metropolitana sono scattate multe per un totale di 120mila euro e la sospensione di due attività che impiegavano lavoratori pagati in nero. «Multe e sospensioni colpiscono chiunque non rispetti la legge, mi sembra naturale – ha commentato l’assessore al Commercio di Venezia, Sebastiano Costalonga -. Il lavoro nero e più in generale tutte le forme di evasione fiscale sono una piaga della nostra società, perché poi i costi ricadono su tutta la comunità».