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Dl Lavoro, spesa di 5,4 miliardi per l’Assegno di inclusione. Taglio del cuneo fino a 7 punti, tetto per i fringe benefit a 3 mila euro

30 Aprile 2023 - 19:20 Felice Florio
Gli ultimi elementi emersi dalla bozza che sarà esaminata nel Consiglio dei ministri di domani, primo maggio

Prima dell’incontro tra governo e sindacati convocato nella serata di oggi, 30 aprile, emergono nuovi dettagli della bozza del decreto Lavoro che approderà domani, primo maggio, nel Consiglio dei ministri. Per il nuovo strumento dell’assegno di inclusione, l’esecutivo prevede una spesa complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro per il 2024, che salirà a 5,6 miliardi nel 2025 e nel 2026. L’assegno, che di fatto sostituirà il Reddito di cittadinanza dal primo gennaio 2024 come misura di contrasto alla povertà, potrà essere percepito solo da quei nuclei famigliari in cui sono presenti persone disabili, minori e over 60. Il limite dell’assegno sarà fissato a 500 euro al mese, moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,3 per le famiglie tra i cui membri ci sono persone con grave disabilità. Per la prosecuzione del Reddito di cittadinanza nel 2023, invece, il governo prevede una spesa di 384 milioni, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che partirà dal primo settembre di quest’anno, dovrebbero essere stanziati 276 milioni nel 2023 e 2,1 miliardi nel 2024. Stando alle ultime informazioni diffuse dalla bozza del decreto, il taglio al cuneo fiscale sarà incrementato fino a 7 punti percentuali. All’articolo 34 del testo, si legge che, senza incidere sul rateo di tredicesima, negli stipendi che vanno dal primo luglio 2023 al 30 novembre 2023, il taglio sarà elevato da due a sei punti per i redditi fino a 35 mila euro e a sette punti per i redditi che non superano i 25 mila euro. Aumenta anche il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti e con figli a carico: salirà fino a 3 mila euro. In uno dei 38 articoli di cui è composta la bozza del decreto, c’è scritto: «Limitatamente al periodo d’imposta 2023 non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 3 mila euro».

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