Cdm del 1° maggio, il governo approva il decreto Lavoro. Calderone: «No a più precarietà, ma chiarezza sui contratti»
È arrivato il via libera del Consiglio dei ministri sul decreto Lavoro, anticipato ieri nei punti principali ai sindacati alla vigilia della data simbolica del 1° maggio. Nel provvedimento del governo c’è la riforma del Reddito di cittadinanza, un nuovo taglio del cuneo fiscale e nuove regole per incentivare le assunzioni con contratti a termine. Nel decreto ci sono «importanti interventi a sostegno delle famiglie», spiega la ministra del Lavoro Marina Calderone alla fine del Cdm. Soddisfazione anche dalla Lega che sottolinea le misure per l’aumento degli stipendi «con particolare attenzione per alcune categorie frasi come vedove e vedovi – spiegano fonti del Carroccio -sostegno alle imprese e alle persone con disabilità con incentivi per chi le assume, riforma del reddito di cittadinanza per punire i furbetti e proteggere chi non può lavorare».
Niente conferenza stampa
Alla fine del Cdm, il governo ha scelto di non tenere una conferenza stampa. È la sola ministra Calderone a rispondere alle domande poco dopo la fine della riunione, spiegando che «ci saranno altri momenti in cui faremo analisi tecniche del decreto, io parlo volentieri e rispondo alle vostre domande». A proposito delle novità sui contratti a termine, la ministra ha poi aggiunto: «quello che ho letto non è quello che troverete nella norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative». Calderone definisce il decreto un «intervento di ampio respiro, si tratta di un percorso che deve consentirci di accompagnare chi ha voglia di lavorare». Sulla piattaforma prevista per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, la ministra ha poi confermato che «sarà operativa nei prossimi giorni».
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