Giuseppe Conte contro Renzi: «Al suo posto proverei orrore per me stesso»
Giuseppe Conte dice che il decreto Lavoro del governo Meloni «lo chiamerei ‘decreto precariato’». E osserva che «per il Primo Maggio, Meloni ha organizzato una sceneggiata che costerà cara ai lavoratori gia’ poveri e sottopagati». In un’intervista a Repubblica il leader M5s va all’attacco dell’esecutivo: «Precarizzano sempre più i lavoratori, togliendo loro anche la speranza del futuro e con la scusa di aggredire gli ‘occupabili’, ridotti tutti a scansafatiche, occultano che molti di loro integrano con il Rdc stipendi da fame e contratti indegni». Mentre per lui «trovarsi in difficoltà non e’ una colpa. Si mostrano sordi persino davanti alle parole del Presidente Mattarella. Si tagliano i sostegni mentre l’inflazione morde e in autunno si prospetta un nuovo aumento delle bollette. Sono decisioni scellerate – incalza – che preparano un disastro sociale. Aggiungo che tutte le prese in giro stanno già venendo al pettine, come i corsi di formazione promessi dal governo ma mai partiti».
Il caso Bonafede
Alle previsioni di Matteo Renzi su un futuro soccorso del M5s in caso di difficolta per il governo, Conte replica nel colloquio con Carmelo Lopapa: «Abbiamo tante idee, per fortuna diverse dalle sue. Ma a lui ha già risposto efficacemente il suo sodale Calenda, l’ultimo o forse il penultimo Calenda. Ovvero: al posto di Renzi, che intende la politica come cura dei suoi affari personali in giro per il mondo, proverei orrore per me stesso». Il leader M5s respinge allora anche le letture di uno scambio con la maggioranza per l’elezione di Alfonso Bonafede nelle magistrature amministrative: «Fino all’ultimo con il Pd ci siamo battuti perché la maggioranza riconoscesse adeguata rappresentanza alle opposizioni. Il Pd voleva indicare due nominativi non uno solo. Questa richiesta non è stata accolta, ma riteniamo che il Pd abbia commesso un errore – rimarca – perché non potevamo rinunciare a presidiare le funzioni di vigilanza e controllo negli organi di autogoverno».
Il rapporto con Schlein
«Quanto a Bonafede – osserva ancora Conte – è un vanto per M5s aver nominato un ex ministro della Giustizia che ha svolto il suo incarico con onore e disciplina e che non ha fatto della politica un mestiere, rispettando l’impegno del doppio mandato parlamentare». Infine c’è il giudizio su Schlein: «Siamo all’inizio e non mi permetto di dare patenti e voti sul suo operato. Sono sicuro che su alcuni temi, ad esempio sul salario minimo, le sensibilità di Schlein possono essere compatibili con le nostre. Su altre, come noto, viaggiamo su binari differenti: dalla guerra alla questione dell’inceneritore».
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