Ligabue torna sul palco del Concertone 17 anni dopo: «La droga più vecchia del mondo è la smania di potere»
A 17 anni dall’ultima volto al Concertone, Ligabue torna sul palco del Primo Maggio di Roma con un messaggio contro un certo «potere che logora anche chi ce l’ha». Il cantautore introduce la sua esibizione scagliandosi contro la droga più vecchia del mondo: «Non è chimica, è mentale ed è la smania di potere. In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza». E, prima di cantare Il sale della Terra e Urlando contro il cielo, parla anche di amore, consenso e discriminazioni: «Di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente. Questo è un pezzo sulla tossicità di quel potere che logora anche chi ce l’ha». Prima di lasciare il palco, incontra i genitori di Lorenzo Parelli, il 18enne morto il 21 gennaio 2022 schiacciato da un tubo nel suo ultimo giorno di alternanza-lavoro: «È sempre difficile trovare le parole in questi casi, Lorenzo non è solo lassù, ma mi piace pensare che sia anche a festeggiare una delle feste più importanti che abbiamo».
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