Parte la mostra con Gesù Lgbt che scandalizza FdI, la fotografa: «Vi spiego perché quella foto non deve spaventarvi»
È stata inaugurata oggi, martedì 2 maggio, al Parlamento europeo, la mostra della fotografa svedese Elisabeth Ohlson che ha fatto indignare nei giorni scorsi la destra italiana. La (nuova) polemica, portata avanti da Lega e Fratelli d’Italia, si è accesa intorno alla fotografia raffigurante un Gesù circondato da apostoli in pantaloni di cuoio, cinghie, catene e orecchini. «La sinistra porta al Parlamento europeo una mostra in cui rappresenta Gesù Cristo circondato da apostoli vestiti da schiavi sadomaso. Una mancanza di rispetto verso milioni di fedeli in tutta Europa», aveva denunciato l’europarlamentare della Lega, Maria Veronica Rossi. Anche per il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si tratta di «una volgarità» e pure «mancanza di rispetto». Anzi, «In una parola: uno schifo», si legge sul profilo Facebook del vicepremier. L’immagine in questione fa parte di una collezione chiamata «Ecce homo», che da oltre 25 anni crea dibattito in Europa. Quando venne esposta la prima volta a Stoccolma nel 1998 provocò decine di minacce alla chiesa che la ospitò e il rifiuto di Giovanni Paolo II di ricevere un arcivescovo svedese al Vaticano. Per l’artista svedese, tuttavia, «una foto di Gesù con delle persone Lgbt non dovrebbe fare così paura» perché «ci sono migliaia di foto e dipinti di Gesù ritratto assieme a delle coppie eterosessuali», ha detto all’Ansa Ohlson, rispondendo alle proteste di questi giorni.
Elisabeth Ohlson spiega inoltre all’agenzia stampa che l’ispirazione «venne quando decine di amici e conoscenti morirono di Aids», quindi «ho voluto fare quest’opera per sottolineare che l’amore di Gesù esisteva anche per loro», ha spiegato Ohlson. L’installazione della fotografa svedese sarà visibile in alcune stanze e corridoi del Parlamento europeo dal 2 fino al 5 maggio. Un’iniziativa organizzata dalla deputata Malin Björk, che siede tra i banchi di The Left, per celebrare la presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea. «Sono contenta che il Parlamento europeo abbia finalmente accettato la richiesta, dimostra che le nostre società si sono evolute nei passati 25 anni per quel che riguarda i diritti Lgbt», ha commentato all’inaugurazione Bjoerk. L’arrivo degli scatti fotografici all’Eurocamera è l’epilogo di una storia che dura da vent’anni. Nei primi anni Duemila infatti l’eurodeputata svedese Marianne Eriksson provò per la prima volta a portare la mostra all’Eurocamera ma incontrò il no secco della presidenza che la ritenne troppo offensiva.
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