Le anticipazioni di Matteo Renzi su «Il Riformista»: «Non sarà il gazzettino di Italia Viva»
Una maratona mediatica quella che sta correndo oggi, 2 maggio, Matteo Renzi. È la vigilia dell’uscita del primo numero del Riformista diretto da lui e dall’ex deputato di Forza Italia, Andrea Ruggieri. E il senatore di Italia Viva apre la giornata con una lunga Enews – il marchio della newsletter con cui aggiorna i suoi sostenitori -, mentre in serata sarà da Bruno Vespa per mostrare in diretta la prima copia del quotidiano che uscirà domani, in edicola. «Sarà un giornale molto diverso da come ve lo aspettate. Non sarà il gazzettino di Italia Viva, ma sarà un luogo di libertà, di spazio, di confronto», promette. Renzi svela l’approfondimento di domani, a cui sarà dedicato «un paginone centrale con idee diverse»: si inizia da Joe Biden. «Ci saranno piccole e grandi provocazioni. Speriamo di offrire una palestra per tenere la mente in esercizio: nel tempo degli slogan, le idee valgono doppio».
La distribuzione
Il leader di Italia Viva prende a cuore anche le questioni più tecniche, raccontando che in tanti l’hanno contattato poiché non riescono a trovare il Riformista nelle edicole: «Da domani la distribuzione dovrebbe aumentare in modo molto sensibile». Infine, conclude la parte della mail dedicata al quotidiano con un po’ di promozione: «Per la parte digitale, per tutto il mese di maggio sarà possibile fare l’abbonamento annuale a 100 euro cliccando qui». Sconto di 45 euro per l’avvento della nuova direzione. Passando invece all’agone politico, Renzi ritorna sul decreto Lavoro approvato ieri dal governo. Critica la presidente del Consiglio: «Meloni ha voluto esagerare. Felice per aver tagliato di quattro miliardi le tasse, si è lanciata in una spericolata affermazione: “Abbiamo fatto il più grande taglio di tasse degli ultimi decenni”. È un’affermazione palesemente falsa. Purtroppo la verità è che la realtà cede il passo alla ideologia, alla narrazione, alle falsità».
La riforma del lavoro
Il senatore toscano argomenta: «La premier Meloni taglia 4 miliardi di tasse sul lavoro e dice che questo è il taglio di tasse più importante degli ultimi decenni. Falso! Per fare esempi: gli 80€ valevano 10 miliardi all’anno, la cancellazione dell’Imu sulla prima casa 4 miliardi, l’Irap costo del lavoro 6 miliardi. Vi risparmio tutto il resto, dall’Ires a Industria 4.0 alle tasse per il mondo agricolo. Meloni taglia 4 miliardi una tantum ed esulta, noi abbiamo tagliato in silenzio 25 miliardi all’anno. Meloni non ha litigato solo con la politica: ha litigato prima di tutto con la matematica». Nella sua lettera digitale, Renzi ritorna ancora una volta sulla questione dello stadio Artemio Franchi, ribadendo che dal suo punto di vista «è uno scandalo pagare lo stadio con i soldi del contribuente. Quei 55 milioni europei e 90 milioni del fondo complementare vadano alle case popolari, alle scuole, alle istituzioni culturali, ai parchi. Non allo stadio di Serie A, che deve essere fatto con le risorse della squadra di Serie A».
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