Vaccini anti Covid, l’attacco della Polonia a Pfizer: «Rinegozi i contratti: vuole solo guadagnare altro denaro»
«Nonostante la situazione epidemica si sia stabilizzata nei paesi dell’Ue, Pfizer prevede di fornire centinaia di milioni di vaccini all’Europa. Una mossa del tutto inutile». Spiega così la lettera inviata agli azionisti dell’azienda farmaceutica da parte del ministro polacco della Salute, Adam Niedzielski. La richiesta di Varsavia è quella di una rinegoziazione dei contratti sui vaccini anti Covid-19 sulla base di una situazione epidemica totalmente differente da quella di due anni fa, quando l’obiettivo era fornire la protezione al più alto numero di persone nel mondo. «Oggi viviamo in una realtà completamente diversa rispetto a due anni fa. Le imprese globali come Pfizer devono esserne consapevoli e attuare attivamente la responsabilità sociale d’impresa», spiega il ministro. «Questo non sarà possibile senza un ulteriore accordo con Pfizer sulla revisione dei contratti per la fornitura di vaccini Covid-19 e l’alleggerimento degli oneri finanziari per i governi interessati». La posizione della Polonia si colloca in un periodo di stretta trattativa tra l’Unione europea e la società farmaceutica per importanti modifiche da apportare all’accordo stipulato per 70 milioni di dosi di vaccino anti Covid: la proposta aggiornata include una nuova disposizione che prevede che gli Stati membri paghino metà prezzo, circa 10 euro, per ogni dose annullata.
«Invece di mostrare solidarietà vuole guadagnare altro denaro»
Il contratto rivisto consentirebbe così all’Ue di passare a nuovi vaccini adattati a qualsiasi futura variante del virus. Ma alcuni Paesi, con la Polonia in prima linea, ora si rifiutano di firmare l’accordo modificato perché non intenzionati a pagare per le dosi annullate. «Il governo polacco è in costante dialogo con la direzione di Pfizer su come possiamo porre rimedio a questa situazione», ha chiarito Niedzielski, «Pfizer non è pronta a mostrare un livello di flessibilità soddisfacente e presentare una proposta realistica che corrisponda a una situazione completamente diversa in Europa». L’attacco continua: «Invece di mostrare solidarietà la società vuole ancora guadagnare denaro dai fondi stanziati dagli Stati membri dell’Ue per la tutela della salute pubblica e si limita a dichiarare la propria disponibilità al dialogo». E ancora: «Mi dispiace dover dire che l’azienda, che tutti abbiamo considerato a lungo parte della soluzione alle sfide dell’assistenza sanitaria, sta ora diventano parte del problema». Nella lettera agli azionisti il ministro ha poi concluso con un nuovo appello alla società: «Si assuma la responsabilità nei confronti dei cittadini dell’Ue e degli Stati membri ad agire in buona fede per una soluzione che sia giusta per tutti».
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