Guerra in Ucraina, il consigliere Podolyak: «Armi italiane difettose? Normale aggiornamento operativo»
In una lunga intervista al Corriere della Sera, a firma di Lorenzo Cremonesi, inviato in Ucraina, il consigliere di Volodymyr Zelensky, Mikhail Podolyak, risponde alle indiscrezioni di stampa sui venti cannoni semoventi M109L consegnati dall’Italia a Kiev e definiti da un funzionario ucraino citato dal Financial Times come «inutilizzabili». Per Podolyak, però, «la cosa principale è che siamo grati al governo italiano per l’assistenza tecnica e militare fornita all’Ucraina», dice a Cremonesi, sottolineando inoltre come «non abbia senso divulgare i dettagli della fornitura di vari tipi di attrezzature militari che possono rivelarsi utili ai servizi segreti russi per analizzare le nostre capacità offensive». Per quanto riguarda invece i semoventi “rotti”, il consigliere del leader di Kiev sostiene che queste armi «erano rimaste a lungo nei magazzini». Per questo motivo: «Richiedono – spiega – un ovvio aggiornamento operativo. Comprensibilmente – aggiunge Podolyak – l’ideale sarebbe ricevere armi pronte all’uso, però siamo realisti, siamo sempre pronti a ripararle e ristrutturarle».
L’offensiva e il ruolo di Pechino
«Stiamo preparando le armi e testando le difese russe. Ma non accadrà tutto in un giorno solo», dice Podolyak, rispondendo alla domanda sul probabile inizio dell’offensiva. Quello che è certo per il consigliere di Zelensky è che la «caduta della Crimea accelererà in modo significativo la demoralizzazione russa». L’obiettivo, aggiunge Podolyak, è «che i russi si ritirino da tutti i territori occupati, soltanto allora potranno iniziare veri negoziati», afferma. Mentre sul ruolo di Pechino – che ieri, martedì 2 maggio ha riconosciuto (per la prima volta) l’aggressione russa – il funzionario ucraino è convinto ci sia «una comprensione più dettagliata della guerra. Sono processi graduali, perché Cina e Russia si ritenevano alleate. Ma ormai è chiaro per tutti che Mosca sta violando l’ordine mondiale e il diritto internazionale», ha concluso.
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