Anticoncezionali, Ciriani: «Pillola gratis solo se non sfora il budget del Fondo sanitario». Per finanziarla servono 140 milioni di euro
Un passo di civiltà che costa, però, 140 milioni di euro. E il governo Meloni non prevede interventi normativi per coprire questa spesa. Il parere favorevole del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco, l’Aifa, dovrà passare al vaglio del Cda: è l’ultimo step necessario per attivare la gratuità della pillola anticoncezionale. Se da un lato l’autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci mostra un certo favore all’iniziativa, l’esecutivo appare più tiepido: «La scelta deve essere in linea con il tetto programmato della spesa farmaceutica e non concorrere ad alcuno sfondamento del medesimo». A dirlo è il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che fa le veci del collega alla Salute, Orazio Schillaci, durante il question time alla Camera. Al governo, Alleanza verdi e sinistra aveva chiesto se non ritenesse «indispensabile sostenere, per quanto di competenza, la decisione del Comitato prezzi e rimborso dell’Aifa, anche individuando, se necessario, le risorse pari a 140 milioni di euro al fine di consentire al Consiglio di amministrazione dell’Aifa di approvare in tempi rapidi la gratuità della pillola anticoncezionale per tutte le donne».
Ciriani, che pure ha ripreso le considerazioni dell’Aifa riguardo all’importanza sociale della procreazione consapevole, soprattutto in alcune fasce di età e di condizione socio-economica, ha definito «ineludibile, anche in relazione alle attribuzioni del ministro dell’Economia, la questione della compatibilità della tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico per l’impatto sulla relativa spesa a carico del Fondo sanitario nazionale». Insomma, massima libertà di azione per l’Aifa, «nell’ambito dell’autonomia a essa riconosciuta» e constatato che «non vi sono profili di diretta competenza del ministero della Salute», ma l’agenzia deve trovare le risorse nel Fondo già esistente. Insoddisfatta della risposta la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella: «Il Governo se ne lava le mani, non vuole assumersi responsabilità. È molto grave nei confronti delle donne e della loro salute riproduttiva la scelta del governo di scaricare su Aifa l’individuazione delle risorse finanziarie nell’ambito di quelle destinate alla sanità».