La Regione Emilia Romagna: «Quei fondi persi ce li ha ridati Salvini. Ma servivano per il sistema idroviario e non per le opere di sicurezza dei fiumi»
La Regione Emilia Romagna replica all’articolo di Open sui 55 milioni di euro persi per mettere in sicurezza i fiumi della Regione perché non si era riusciti a spenderli annunciando di averli riottenuti grazie a un accordo con il ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini, e precisando che non sono destinati a mettere in sicurezza gli argini, ma il sistema idroviario Padano-Veneto. In una nota l’ufficio stampa della Regione sostiene che «è palesemente fuorviante quanto pubblicato da ‘Open’ circa fondi del Ministero delle Infrastrutture non spesi dalla Regione Emilia-Romagna per la messa in sicurezza di corsi d’acqua interessati dalle esondazioni di questi giorni».
Il comunicato prosegue: «Con ogni evidenza, ‘Open‘ ha avuto notizia di un rilievo della Corte dei conti, datato e comunque già superato, rispetto a fondi stanziati per la navigazione sul Po, sistema idroviario Padano-Veneto, in particolare per l’Idrovia ferrarese: si tratta di risorse che assolutamente nulla hanno a che fare con la sicurezza idraulica e la prevenzione del dissesto. In conclusione si dà la notizia di Matteo Salvini che ha di nuovo rifinanziato il piano perduto, restituendo i 55 milioni persi perché l’Emilia Romagna non era riuscita a spenderli. «Tali risorse», si precisa, «risultano già recuperate e tuttora nella disponibilità della Regione grazie ad un accordo con il Ministero, impiegate non a caso per l’unico scopo previsto e ammissibile: il Piano triennale per la navigazione interna, approvato dalla Giunta regionale in una delle ultime sedute, che prevede non a caso investimenti per 55 milioni di euro».
Come citato da Open era in due rapporti della Corte dei Conti, sezione di controllo sulla Emilia Romagna, che si raccontava la grottesca vicenda dei 55 milioni perduti e restituiti al governo non essendo stati capaci di spenderli. Ai rapporti della Corte dei Conti sul bilancio della Regione era allegata copiosa documentazione, fra cui la delibera 489 del 2021 con un lungo elenco di opere fra cui la messa in sicurezza dei torrenti e fiumi citata da Open nell’articolo. Ora la Regione precisa che i 55 milioni erano utilizzabili solo per la navigabilità dei corsi di acqua (che aiuta comunque a metterli in sicurezza), spiega di averli riottenuti ma non le ragioni per cui per anni quei fondi non sono stati spesi. C’è da sperare quasi che non siano stati proprio spesi i soldi per il piano di messa in sicurezza degli argini ben dettagliati in quella delibera 489 del 2021 esaminata dalla Corte dei Conti, visto il risultato di questi giorni. Perché se davvero spesi sono stati spesi evidentemente assai male.