Arisa e la fase del “dimagrimento”: «È stata un passaggio breve. Bisogna avere il coraggio di non piacere a tutti»
A 40 anni, Rosalba Pippa in arte Arisa, due volte vincitrice del Festival di Sanremo (nel 2009 da esordiente con Sincerità e nel 2014, nella categoria Campioni, con Controvento), ex giudice di X Factor, ex star di Ballando con le stelle, ora coach di Amici, dice che il suo prossimo passo sarà «la concretezza». Perché a suo parere «dipendiamo troppo dal giudizio degli altri». Lei ha mostrato sui social “i rotoli di ciccia”: «Sono forte e fragile, come tutti. Ma ho imparato a volermi bene». Nell’intervista con Silvia Fumarola per Repubblica dice che è scappata spesso. «Per prima cosa da me stessa. Sono sempre quella del passo indietro, del “non me lo merito”. In questa fase della vita, proprio perché ho sofferto, mi dico: “Vai per la tua strada”. Bisogna avere il coraggio di non piacere a tutti».
Il passaggio
Anche la fase del suo “dimagrimento” è stata «un passaggio, pure quello breve. Ogni tanto mi immergo in acque che non sono le mie, vado a vedere, però poi riemergo sempre. A me piace posare per i fotografi, fare foto in cui non sono io. Il problema è che poi sono io». Per lei i social «hanno dato la parola a tutti, nel bene e nel male: puoi visitare le più randi gallerie d’arte del mondo stando a casa. Ma poi c’è quello che critica il naso di Marina Abramović. Rimango sempre più ferita dal genere femminile che attacca il genere femminile, è come se mi sentissi più compresa dagli uomini che dalle donne. Se mostro i rotoli di ciccia, e li ho fatti vedere, ci sta che uno mi dica: “Non ti vergogni?”. Quando le cose sono più arzigogolate, c’è un pensiero volutamente cattivo, leggo, ed è da parte di una donna».
La politica che giudica
Adesso, dice, ha imparato a volersi bene: «Sono andata a trovare un mio amico medico. Mi ha detto: “Quando una persona è sana, le malattie non l’attaccano. Quando è presente a sé stessa, anche gli amori malati non si attaccano: si possono attaccare solo quelli buoni”. Oggi potrei anche pensare di intercettare amori meno tossici». Infine, dei politici le dà fastidio soprattutto «che giudicano. Chi comanda non può sindacare sui confini e sull’amore e la vita degli altri. Deve solo trovare il modo di fare andare d’accordo tutti. I diritti si devono moltiplicare. Però non sono d’accordo sull’utero in affitto. Ho sempre pensato che questa pratica favorisca la criminalità».