No! La Coca Cola non contiene cocciniglia (o altri insetti)
Insetti, insetti ovunque. Nelle merendine, nella pasta Barilla, nella pizza della Lidl. Chiaramente non è vero, ma questa è la narrazione che ha iniziato a circolare sui social dopo la decisione dell’Unione Europea di approvare il commercio di prodotti contenenti farina di grillo per il consumo alimentare. Il caso di oggi tuttavia non riguarda un cibo, ma una bevanda: la Coca Cola.
Per chi ha fretta:
- Circolano sui social diverse immagini e un video volti a dimostrare che la Coca Cola contiene derivati di insetti, come la cocciniglia
- Si afferma che proprio tali insetti conferiscano alla bibita il suo tipico colore bruno
- In realtà la bevanda è scura per via del caramello al solfito di ammonio che si ottiene dallo zucchero caramellato
- La Coca Cola non risulta avere ingredienti di origine animale, e il suo nome deriva uno degli ingredienti presenti nella ricetta originale: la cocaina
Analisi
«SMETTETELA DI BERE QUESTO VELENO»: questo è il disclaimer, a caratteri cubitali, che troviamo in accompagnamento a una serie foto condivise su Facebook. La didascalia continua, offrendoci ulteriori dettagli sul perché dovremmo evitare la bevanda: «L’etichetta della Coca-Cola di solito dice che contiene zucchero, acido fosforoso, caffeina, caramello, anidride carbonica e qualche tipo di “estratto”. È stato questo estratto a causare dubbi. L’azienda Coca-Cola è stata costretta a rivelare il segreto di cosa fosse fatta la Coca-Cola. È risultato essere un liquido derivato dall’insetto Cochinil. Cochinil è un insetto che vive nelle Canarie e in Messico. (…) Femmine e uova di questi insetti producono un pigmento chiamato rossetto, che colora di marrone Coca-Cola. Il cochinil essiccato sembra un uvetta, ma in realtà è un insetto. Ora avete capito cosa significa la parola “Coca” in nome di un drink».
La teoria della presunta pericolosità della Coca Cola ha preso piede su Facebook, circolando anche in altre versioni. In questo caso per esempio non vengono condivise foto, ma un video di 13 secondi in cui vengono riprese diverse bottiglie di Coca Cola tra gli scaffali di un supermercato, e si inquadra in particolar modo la loro etichetta (con parole che sembrano scritte in cirillico). «FATE ATTENZIONE: insetti ora nelle bevande popolari. Gli insetti contengono chitina, che è cancerogena per i mammiferi. Non sono destinati al nostro consumo. GeneralMcInerne».
Ma a smentire quando affermato sono le stesse inquadrature. Quando si riprende l’etichetta della Coca Cola, infatti, è possibile notare che tra gli ingredienti figura il colorante E150d, ovvero il caramello al solfito di ammonio che si ottiene dallo zucchero caramellato. Come il nome stesso suggerisce, è il colorante che conferisce alla bevanda il suo tipico colore bruno, senza il bisogno di triturare insetti.
Da dove nasce, dunque, il collegamento con i temibili scarafaggi messicani? Vediamo che prima delle riprese appare un’immagine in sovrimpressione, raffigurante l’insetto da cui deriverebbe la polvere colorante e la sigla: E120. Non è un linguaggio in codice, ma il codice con cui l’Unione Europea identifica la cocciniglia. Ovvero un colorante alimentare rosso ricavato dall’omonimo insetto appartenente alla famiglia della coccoidea. Il colorante si trova in alcuni alimenti come dolci, liquori o limonate, ma anche in prodotti cosmetici come i rossetti. Ma non nella Coca-Cola, che non contiene nemmeno altri ingredienti di origine animale.
Tralasciando il fatto che non è vero che la chitina sia letale per l’essere umano, c’è da smentire un ultimo aspetto: il nome della bevanda non deriva dal «cochinil essiccato», ma dalla cocaina. Come ricorda Focus, infatti:
La prima versione della Coca–Cola conteneva anche un’esigua quantità di sostanza stupefacente proveniente dalla pianta di coca (la cocaina), ma nel 1903 fu completamente rimossa dalle foglie grazie ad un procedimento simile a quello usato per decaffeinare il caffè.
Conclusioni
A conferire alla Coca Cola il suo tipico colore bruno non sono insetti triturati, ma il caramello solfito ammoniacale. La bevanda non risulta avere ingredienti di origine animale, e il suo nome deriva uno degli ingredienti presenti nella ricetta originale: la cocaina.
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