Taglio al cuneo fiscale, il viceministro Leo: «Vogliamo renderlo stabile. E detassare la tredicesima»
Rafforzare il potere di acquisto delle famiglie per contrastare l’inflazione e alleggerire la pressione fiscale. Il taglio delle tasse introdotto dal governo Meloni con il decreto Lavoro, sulla cui entità tanto si è dibattuto negli ultimi giorni, nelle parole del viceministro dell’Economia Maurizio Leo risponde a due necessità. Una più contingente, l’altra più storica. Le risorse per il taglio del cuneo fiscale per ora ci sono fino alla fine del 2023. Nell’intervista sul Corriere della Sera, Leo assicura che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di rifinanziarlo. «La volontà è certamente quella di stabilizzare il beneficio», dice il viceministro, «non è possibile pensare di togliere il prossimo anno quel che si è deciso di dare ora. Tuttavia, lo si dovrà fare avendo ben chiaro che ci sono compatibilità finanziarie da rispettare». L’esponente di Fratelli d’Italia spiega che sulle stime dell’economia italiana c’è cauto ottimismo, e proprio dalla crescita del Pil potrebbero arrivare le risorse necessarie: «Le stime preliminari sul Pil del primo trimestre segnalano una crescita dello 0,5%, con una dinamica dell’1,8% sull’intero 2023: un risultato significativamente più elevato rispetto alle previsioni del Def (+1%)». E quantifica poi a quanto ammonta il taglio appena introdotto. «Le retribuzioni lorde di 25mila euro raggiungeranno un guadagno netto di circa 100 euro al mese, comprendendo i precedenti tagli del cuneo», spiega il viceministro, «oltre 25mila e fino a 35mila il taglio complessivo è di sei punti. In questa fascia, quindi, il vantaggio scenderà un po’ rispetto ai 100 euro. Nei prossimi giorni potremo fare degli esempi più precisi».
La tredicesima «reddito aggiuntivo»
La detassazione della tredicesima potrà poi diventar operativa quando inizierà ad essere attuata la delega fiscale, nel 2024: «Credo che la tredicesima possa essere assimilata a un “reddito aggiuntivo” e quindi trattato con l’aliquota agevolata del 15%. Così, tra l’altro, si sosterrebbero i consumi delle famiglie in un periodo particolare». Per quanto riguarda gli autonomi, verrà «eliminata l’Irap per le società personali e per le associazioni professionali», e per i professionisti che si avvalgono di dipendenti verrà introdotta «la riduzione delle ritenute sui loro compensi e la neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione».
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