Caso plusvalenze, la Juve chiede il trasferimento del processo a Milano o Roma. Ma i pm di Torino tengono il punto
È attesa per il 10 maggio l’udienza preliminare che deciderà sul rinvio a giudizio dell’ex CdA della Juventus e dei due consulenti di Ernst & Young imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte plusvalenze della società bianconera. L’accusa ha richiesto il rinvio a giudizio degli indagati, mentre la difesa della Juve chiederà al Gup di pronunciarsi sullo spostamento del processo da Torino a Milano, o a Roma. Questo perché tra i capi d’imputazione c’è l’aggiotaggio in Borsa, che ha sede nel capoluogo lombardo, mentre i server si trovano nella Capitale, dove ha sede la Computershare, l’azienda che aveva in carico la pubblicazione dei comunicati destinati al mercato per conto della Vecchia Signora. Secondo il sistema attualmente utilizzato per la trasmissione delle informazioni tra società e mercati, però, questo non è più di competenza di Piazza Affari, bensì di soggetti terzi autorizzati da Consob. Nel caso della Juventus si tratta di Computershare, che ha sede a Roma. Ma il documento di bilancio da dove è stato inviato? Secondo quanto emerso dalle indagini dagli uffici di Torino. In qualsiasi caso, la decisione spetta al Gup Marco Picco: saranno proprio quei 34 secondi intercorsi nella pubblicazione del bilancio del club nel settembre 2020 a fare la differenza, come sostenuto dai pm torinesi Marco Gianoglio e Mario Bendoni. Il Gup potrebbe rigettare la richiesta di cambio della sede in cui dovrebbe tenersi il processo (attualmente a Torino), o chiedere alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione di riunirsi in camera di consiglio per decidere se trasferirla a Milano o Roma.
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