Lorenzo Guerini indagato a Roma per omissione d’atti d’ufficio
E’ una questione irrisolta e portatrice di periodiche tensioni, sebbene quasi sempre sotto traccia, quella della sindacalizzazione dei militari oggi in Italia consentita con alcuni limiti. C’è voluta una sentenza della Corte costituzionale che sanciva il diritto dei militari ad iscriversi ad un sindacato di categoria e una successiva legge, firmata dall’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini ed entrata in vigore ad aprile del 2022 (la legge 46). Ma anche dopo la norma che doveva risolvere la questione i problemi sono continuati e nei giorni scorsi la procura di Roma ha fatto sapere all’attuale presidente del Copasir di averlo iscritto al registro degli indagati per omissione d’atti d’ufficio. Guerini è accusato di non aver dato seguito alla richiesta di iscrizione all’albo sindacale del “Sindacato dei militari”, battagliera organizzazione guidata da Luca Marco Comellini. Il sindacato aveva presentato denuncia lo scorso 13 ottobre raccontando al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, di non aver mai ricevuto risposta di alcun tipo alla richiesta di essere iscritti all’albo sindacale, neppure negativa. Un silenzio apparso rilevante ai pm capitolini che hanno deciso di procedere con l’indagine ora assegnata al tribunale dei ministri. Proprio oggi, tra l’altro, il ministro Guido Crosetto ha convocato le associazioni di categoria e il Sindacato militari – escluso dalla convocazione – ha fatto sapere di aver voler presentare una nuova denuncia questa volta perché l’attuale titolare della Difesa non ha tenuto conto della loro richiesta di escludere dall’albo sindacale le organizzazioni tengono rapporti con organizzazioni non militari (ad esempio affidano alcuni servizi ai sindacati confederali): «Non vorrei che il ministro Crosetto fosse troppo influenzato dai generali arroganti e supponenti di cui si circonda», spiega Comellini.
La richiesta dell’associazione “Sindacato dei Militari” – analizzata dallo Stato maggiore della Difesa e non dal ministro in persona, ovviamente – è oggetto di un ricorso al Tar in attesa di giudizio.
La richiesta di archiviazione
La procura di Roma nel trasmettere il fascicolo al tribunale dei ministri, il 31 marzo scorso, ha anche avanzato richiesta di archiviazione. Ora sarà il tribunale dei ministri a valutare la vicenda.
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